Emergono nuovi ed inquietanti fatti: il vice-procuratore onorario di Lecce indagato anche per violenza sessuale
Cronaca Salento Lecce Viceprocuratore indagato per atti sessuali
È indagato per violenza sessuale in compartecipazione dalla Procura di Benevento il viceprocuratore onorario presso il tribunale di Lecce A.Z. di 57 anni.
Del medesimo reato in questa indagine è incriminato anche un medico in servizio presso l’ospedale di Benevento. Queste nuove contestazioni sono affiorate durante l’ascolto di diverse intercettazioni nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Potenza, dove il viceprocuratore è indagato insieme ad altre sei persone per supposte inchieste manipolate e archiviate in cambio di soldi. Le imputazioni nei loro confronti, per l’inchiesta principale sono le seguenti: corruzione per l’esercizio delle funzioni, corruzione in atti giudiziari, induzione indebita e concussione.
La Procura di Benevento ora sta investigando per alcuni episodi compiuti all’interno di un ambulatorio di cardiologia dell’ospedale dello stesso capoluogo. Secondo l’accusa il viceprocuratore si sarebbe identificato come cardiologo nel corso delle visite ad inconsapevoli pazienti eseguite da un altro medico, ed in questi momenti avrebbe compiuto alcuni atti sessuali nei confronti delle donne con il favoreggiamento dell’altro indagato.
"Paga o ti indaghiamo", il caso choc al Tribunale di Lecce. Perquisizioni e sequestri della Finanza
La Guardia di Finanza, su ordine della Procura di Potenza, sta compiendo perquisizioni e sequestri nell’ambito di un dossier coordinato dal pm Vincenzo Montemurro, che ipotizza a carico di sette persone, a vario titolo e secondo le relative responsabilità, le ipotesi di corruzione, concussione e induzione indebita.
La vicenda è la seguente: un vice procuratore onorario in servizio nel Tribunale di Lecce e un avvocato dello stesso foro avrebbero forzato alcune persone a pagare allo scopo di interrompere indagini forse create ad-hoc.
Il vice procuratore, residente in provincia di Taranto, e l’avvocato nato a Mesagne e residente a Manduria, tra aprile e gennaio avrebbero acquisito 12mila euro da un imprenditore nato in Svizzera (anch’esso indagato) per interrompere «presunte» azioni giudiziarie nei suoi confronti. Per persuadere l’uomo a pagare avrebbero anche programmato un controllo pattuito da parte di una pattuglia di carabinieri.
Secondo l’accusa, il magistrato onorario si sarebbe fatto garantire denaro anche da altre persone allo scopo di coprire le indagini.