Polemiche Ascoli-Ardemagni dopo la sfida salvezza, il bomber: "Sono un signore e sto zitto"
La sfida salvezza giocata Domenica scorsa tra Reggina e Ascoli non è ancora finita. Dopo la vittoria dei padroni di casa con il gol dell'ex Ardemagni su rigore, la gara continua a vivere sulle pagine dei giornali a causa delle polemiche sorte tra il presidente del club bianconero e l'attaccante.
Ad alimentare la polemica è proprio il centravanti che risponde attraverso le pagine di TMW: “Sono contento per il gol. Non mi sono lasciato bene con la società ma con i tifosi c’è sempre stato un grande affetto reciproco... Non voglio pensare alla guerra anche se il presidente va avanti a chiacchiere, io sono un signore e sto zitto...”.
COSA E' SUCCESSO? La lettera di Ardemagni
Le polemiche sono cominciate in estate quando il 30 Giugno 2020 il calciatore si svincola dall'Ascoli per firmare con il Frosinone e per dare l'addio ai tifosi Matteo Ardemagni sceglie di scrivere una lettera lunghissima: "Scrivo queste righe perché da capitano uscente dell’Ascoli mi sentivo in dovere, per l’affetto che provo per questa piazza, di chiarire come sono andate le cose, visto che hanno cercato di farmi passare per quello che non sono. Parto dal presupposto che non mi sarei mai aspettato di andare via in questo mercato di metà stagione, ma le cose sono andate così per vari motivi. Con la società dell’Ascoli era stato concordato un rinnovo a inizio campionato, senza però che questo venisse portato a termine. A gennaio quando addirittura ho cominciato a vedere il mio nome associato a varie squadre per una eventuale cessione, ho chiamato il presidente Pulcinelli, con cui tra l’altro ho sempre avuto un ottimo rapporto umano, il quale mi dice che non c’é mai stata nessuna intenzione di rinnovo perché non ero in scadenza, ma che comunque un rinnovo non ci sarebbe mai stato data la mia età. Da quella chiamata ho compreso non tanto il fatto che non avrei mai ottenuto il rinnovo, ma soprattutto ho capito che non era più una questione di contratto, ormai secondario appunto per me, perché invece si trattava del fatto che il mio ex presidente non aveva più fiducia e stima in me come giocatore, nonostante io fossi capitano, uomo spogliatoio, che abbia sempre dato anima e cuore in campo, che mi sia sacrificato per il bene della mia squadra (snaturando le mia caratteristiche di uomo da area di rigore) e per il mio attaccamento alla maglia bianconera, e soprattutto nonostante io mi sia sempre comportato da Uomo prima che da capitano a differenza di qualcuno, perché ci ho sempre messo la faccia, stando in prima fila a prendermi le critiche quando era giusto e gli applausi quando ce li meritavamo. Non mi sono mai tirato indietro perché non è nella mia indole. Ma quando ho preso consapevolezza del fatto che la società avrebbe senza dubbio fatto a meno di me, allora ho cominciato a valutare le offerte di altre squadre. Tra queste, prime fra tutte il Frosinone che con il suo presidente e il suo direttore sportivo hanno dimostrato di volermi a tutti costi e di avere quindi fiducia in me per quello che posso dare. È proprio la fiducia di una società, il mio incentivo a dare il meglio di me in campo e fuori. Quindi anche se per me è stata una sorpresa dover partire, tutto questo è accaduto per volontà della società che mentre rilasciava interviste dicendo che sarei rimasto, si incontrava con i dirigenti di altre squadre per vendermi. Ho scelto quindi Frosinone perché oltre ad essere una società forte e ambiziosa, mi ha voluto fortemente e per questo darò tutto per ripagarli della loro fiducia. Sono ansioso e carico di iniziare questo nuovo percorso e spero di conquistare anche qui l’affetto dei tifosi che per me è sempre stato fondamentale. Voglio ringraziare infine tutti i miei splendidi compagni di squadra, specie i miei fratelli veterani che conoscono il valore di questa maglia, lo staff tecnico dell’Ascoli Calcio, in particolare i fisioterapisti Teodoro ed Emiliano, i miei magazzinieri Gaetano, Emidio e Alessandro, che sono persone a cui voglio un bene dell’anima, i dottori, il preparatore Nazareno, il direttore sportivo Tesoro con cui ho sempre avuto un bellissimo rapporto, e soprattutto la piazza di Ascoli con i suoi tifosi che sono stati la parte più bella di questo anno e mezzo, porterò sempre il popolo bianconero nel cuore perché è l’unica parte sana di Ascoli, di cui fa parte anche l’ex presidente Giuliano Tosti che oltre ad essere tifoso è stato il primo ad avermi accolto qui “in” Ascoli. Ps.: chi vuole capire capisca, il resto è noia. Arde32".La Risposta di Pulcinelli
"Ho letto la lettera di commiato di Matteo Ardemagni fino a ieri attaccante e capitano dell’Ascoli. Ringraziandolo per le belle parole spese confermo che tra me, lui e la sua famiglia è sempre intercorso un bellissimo rapporto prima ancora che professionale, un rapporto umano, schietto e diretto. Quando ha avuto l’infortunio al braccio a Salerno l’ho seguito insieme alla mia famiglia alla clinica Concordia di Roma dove gli ho consigliato è fatto fare l’intervento a spese dell’ASCOLI CALCIO (anche se non dovuto) ed ho cercato di stargli vicino comprendendo quanto fosse difficile per un giocatore ambizioso come lui aver tutto quel tempo di stop. L’ho stimato come ragazzo e come professionista e pensavo che la cosa fosse reciproca e, soprattutto, vera. Oggi, purtroppo, dalle sue parole percepisco altro. Apprendo che io avrei rifiutato il rinnovo contrattuale dicendogli che “non c’è mai stata nessuna intenzione di rinnovo perché non ero in scadenza”. Nella telefonata che mi fece, ho semplicemente detto che non essendo il suo contratto in scadenza avrei valutato il tutto a fine campionato, non certo a gennaio con un mercato di “riparazione” da fare. Non ho mai pensato di non rinnovare, semplicemente ho pensato la situazione potesse essere gestita più avanti. Poi mi viene detto dal direttore sportivo che, invece, Matteo ed il suo procuratore chiedevano di prolungare il contratto da inizio stagione. Non capisco perché e sinceramente Il rinnovo chiesto con forza adesso quando la scadenza mi è parso solo un pretesto per andarsene. Lo ringrazio, inoltre, per essersi “sacrificato” snaturando le sue caratteristiche da uomo da area di rigore. Ma il concetto di squadra è proprio quello del gruppo che deve diventare la priorità. La sua partenza dimostra che rispettare le esigenze di una squadra anteponendole a quelle economiche sono scelte difficili per ragazzi di 30 anni concentrati solo su se stessi. Matteo ha scelto Frosinone, sicuramente per un anno in più di contratto magari accordatogli 6 mesi prima, credo che il discorso possa chiudersi qui. Io gli auguro ogni fortuna, sperando che magari smetta di parlare di noi e si concentri sulla nuova avventura. Ad Majora".
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