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Pressing alto anche a Lecce?

Con il cambio di modulo siamo diventati più aggressivi, è un aspetto per arrivare ad essere più pericolosi in zona gol. Se conquisti palla nella metà campo avversaria, hai meno campo per stressare gli avversari. A volte non lo abbiamo fatto bene, a volte come con l'Inter nella ripresa non abbiamo fatto bene le preventive, però è un aspetto che è anche una strategia. 

Con l'Inter ho esasperato questo perché volevo una squadra coraggiosa e che provasse a non far giocare l'Inter nonostante le loro qualità, concedendo anche qualche occasione in più. Ma se guardiamo l'atteggiamento, abbiamo avuto l'occasione di Lazaro, quella di Adams che ha sbagliato uno stop di petto, la parata di Martinez su Adams, una gran chiusura di Calhanoglu...Queste cose non si contano, a volte si passa un messaggio negativo. Voglio questo fino alla fine, una squadra che dia tutto. 

Dobbiamo sempre stare in partita, anche a Lecce, e vuol dire capire i momenti di queste gare: gli avversari si giocano tantissimo, l'aspetto psicologico va capito. Bisogna capire se dare pressione perché sono in difficoltà, oppure quando respirare con la difesa bassa ma rimanendo sempre aggressivi.

Su Casadei

E' un calo fisiologico. Il mercato di gennaio è pericoloso, ma siamo stati fortunati a trovare giocatori di valori e bravi a farli crescere in condizione. L'esperienza di Biraghi ed Elmas non è la stessa di Casadei: hanno tre storie diverse, Elmas con esperienza e qualità sa gestire i momenti della gara e i ritmi, Biraghi sappiamo l'esperienza, Casadei è un giovane. 

Non dimentichiamoci il Ricci di tre anni fa...Ora si vuole che Casadei segni sempre, ma non dimentichiamoci che è un investimento anche per il futuro.

Cosa ha lasciato la gara di Venezia?

Ogni gara insegna qualcosa, dobbiamo essere bravi nella crescita. Con il Venezia c'è stato Gineitis che ha detto che dovevamo chiedere scusa ai tifosi, sono contento che lo abbia dichiarato un 2004. Il primo tempo non è stato un problema di atteggiamento, ma abbiamo abbassato la testa ai primi errori. 

Eravamo partiti bene, poi abbiamo sbagliato un paio di passaggio e abbiamo perso autostima e certezze. Nel secondo tempo abbiamo reagito. Lecce sarà in trasferta e sarà diverso, è un campo ostico storicamente per il Toro, in ogni gara ci sono più partite: si possono vincere anche gare brutte, non puoi giocare sempre bene.

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