Umtiti svela il suo futuro: ecco cosa farà dopo il ritiro

L'annuncio dell'ex difensore del Lecce al Parco dei Principi, dopo la partita della sua nazionale
Dopo l’addio al calcio, per lui si apre un nuovo capitolo. È questa la direzione che l’ex difensore del Lecce Samuel Umtiti ha scelto di seguire dopo il toccante annuncio di qualche settimana fa.
Il ritiro
Terminato il contratto con il Lille, il difensore francese ha deciso di dire addio al calcio giocato a soli 31 anni, a causa delle molteplici problematiche fisiche che lo hanno tormentato ma anche la scarsità di offerte ricevute.
Una scelta dolorosa ma quasi inevitabile per un calciatore che nel 2018 aveva toccato il vertice della sua carriera alzando al cielo la Coppa del Mondo, ma che negli anni successivi ha dovuto fare i conti con una lunga serie di infortuni che ne hanno progressivamente condizionato il rendimento e la continuità in campo.
Unica stagione serena, proprio quella con il Lecce, che il francese porta nel cuore. “A Lecce - ha affermato Umtiti - ho riscoperto sensazioni che erano quasi dimenticate: il piacere di giocare semplicemente a pallone, come quando ero piccolo. Inspiegabile. Ed ho sentito anche un amore che non avevo mai sentito prima”.

L'addio al Parco dei Principi
Nella serata del 10 ottobre, il Parco dei Principi si è fermato per rendergli omaggio dopo la partita tra i Bleus e l'Azerbaigian. Lo stadio parigino ha accolto l’ex difensore di Barcellona e Lecce con una lunga ovazione e un’atmosfera colma di emozione.
Accompagnato dalle note di “Bring the Cup Home”, Umtiti ha fatto il suo ingresso in campo ricevendo una maglia commemorativa con il numero 5. Umtiti ha parlato ai microfoni di TF1, condividendo le proprie emozioni e riflettendo sulla difficile decisione di porre fine alla sua carriera da calciatore.
La mia decisione è stata presa un anno, un anno e mezzo fa, quindi il mio lutto è già stato elaborato. E avevo già riflettuto sul dopo. È vero che ho sempre voluto fare l’allenatore da tantissimo tempo. E per me è importante trasmettere qualcosa.
Penso anche che la mia posizione in campo mi abbia portato ad avere una visione d’insieme, del gruppo, a essere un leader e a prendere decisioni. Ho voglia di esserlo, ho bisogno di avere delle responsabilità, ma ho bisogno di formarmi. Perché la realtà è che essere stato un calciatore professionista non garantisce di essere un buon allenatore. Quindi ho bisogno di formarmi, è quello che farò, e spero di essere in panchina tra qualche anno.