La riprova c'è stata, il Lecce vince e continua a crescere

Primo successo stagionale per un Lecce compatto e in crescita: il lavoro di Di Francesco comincia a dare frutti, con una squadra attenta, organizzata e sempre più consapevole
Il Lecce, proseguendo sulla stessa falsa riga del pareggio ottenuto in rimonta domenica scorsa contro il Bologna, va a Parma e centra il primo successo del campionato. Avevamo detto che in terra emiliana avremmo avuto la conferma della crescita della squadra ed ora l'abbiamo registrata. No, la bella prestazione contro i felsinei non era un fuoco di paglia, ma la dimostrazione che il lavoro paga e la squadra stava crescendo.
Di Francesco ha riproposto la stessa formazione, con il medesimo assetto tattico che così bene aveva fatto al Via del Mare. Al netto della defezione di Morente e dell'avvicendamento Veiga/Kouassi, il tecnico si è fidato ancora di Berisha schierato accanto a Ramadani nel ruolo di mediano davanti alla difesa. I due, nonostante stazionino spesso nella stessa porzione di campo, svolgono sicuramente un lavoro differente (il più giovane costruisce, l'altro aggredisce) e supportano entrambi la fase offensiva di uno straordinario Coulibaly che fa spesso “l'elastico” perchè accompagna la fase offensiva, pressa in prima battuta e poi indietreggia fino alla linea degli altri due, svolgendo un lavoro mostruoso ed efficace.
Gallo stavolta si è limitato a mantenere la posizione, accanto a lui Tiago Gabriel e Gaspar, con a destra Veiga; a centrocampo i tre menzionati prima, mentre davanti a supportare Stulic c'erano Pierotti e Sottil. Onestamente abbiamo difficoltà a stabilire il peggiore, per noi sono tutti ben oltre la sufficienza, mentre non abbiamo dubbi sul decidere chi sia stato il migliore: Tiago Gabriel. Il ragazzino, nazionale under 21 portoghese, non ha sbagliato praticamente nulla: ha messo la museruola a Pellegrino, ha battagliato con Cutrone quando agiva dalla sua parte ed alla fine ha fatto a sportellate con lo spauracchio Djuric, senza perdere un solo duello. Complimenti.

Dicevamo che tutti hanno resto sopra alla sufficienza, come ad esempio Pierotti, instancabile sulla fascia destra, Sottil sempre disponibile dall'altra parte finchè ne ha avuto la forza ma soprattutto va elogiata la capacità del Lecce di mantenere la concentrazione per tutto l'arco della gara, serrando i reparti e mantenendo stretti anche gli esterni, nonostante il Parma cercasse in tutti i modi, col palleggio, di lavorare in ampiezza.
La conclusione è che il Lecce, in vantaggio sin dal primo tempo, non ha sofferto quasi mai, concedendo ai padroni di casa pochissimo, appena un paio di tiri pericolosi, ma ci sta. Il segreto è sicuramente il tempismo dei reparti, basta nulla, scivolare o scalare in ritardo, per consentire agli avversari di entrare con pericolosità in area.
Un lavoro che prende forma
Il lavoro che sta svolgendo Di Francesco unitamente al suo staff sta iniziando a vedersi ma una considerazione a parte merita Stulic: il ragazzo sta facendo bene, lotta sempre ma ha poche occasioni per battere a rete. E' il destino delle punte centrali che giocano in squadre che devono salvarsi, come il Lecce. Le opportunità sono poche, bisogna crearsele ma non sempre è possibile, soprattutto se si è appena arrivati in un calcio, quello italiano, diverso da quello belga. Bisogna avere pazienza, così come l'abbiamo avuta nei confronti del gruppo, dobbiamo averla per Stulic. Il Lecce migliorerà ancora, sono troppi gli interpreti che ancora mancano all'appello e siamo sicuri che nelle partite in cui si riuscirà ad andare sul fondo con più continuità, anche lui avrà le opportunità che merita.
Pausa nazionali
Ora c'è la pausa per le qualificazioni dei mondiali e Di Francesco avrà il tempo di dedicarsi per più tempo a coloro che hanno giocato di meno, che hanno bisogno di lavorare per raggiungere la forma dei compagni e soprattutto i calciatori che sono giunti a Lecce a ridosso del campionato ed ancora non hanno avuto la possibilità di inserirsi compiutamente.
La prossima sarà in casa contro il Sassuolo e ci auguriamo che i giallorossi continuino a migliorare; nel frattempo, ai quattromila presenti a Parma, un muro giallorosso, che ha inondato di cori e passione il Tardini, va fatto l'applauso più grande.