Il Lecce crolla atleticamente e la fase difensiva resta un incubo
Facciamo subito una premessa a scanso di equivoci dopo il 2 a7 subito in casa: l'Atalanta è il peggior avversario che gli uomini di Liverani possano affrontare, proprio per le caratteristiche dei singoli e per la filosofia di gioco che interpretano. La capacità di aggredire continuamente e di ripartire con qualità è una caratteristica che i salentini soffrono incredibilmente, più di quanto si possa patire la qualità di una Juventus, di una Lazio o di un'Inter.
Dovevamo dirlo ma allo stesso modo diciamo che non è una scusante.
Lecce ed Atalanta, anche se per obiettivi diversi, giocano nello stesso campionato e subire sette reti di cui cinque in 45 minuti non è edificante, oseremmo dire che è vergognoso. Il Lecce ad un certo punto si spegne, sembra non avere voglia ma soprattutto non regge il confronto a livello atletico con gli avversari, non solo con l'Atalanta. Gli altri corrono in avanti, noi corriamo indietro, è questo lo specchio della carenza fisico/atletica di una squadra. Non inventiamo nulla, è così. I giallorossi, superato il 60' iniziano a soffrire ed a trascinarsi in campo e dopo aver concesso un allenamento defaticante alla Roma la settimana scorsa, ne regalano un altro a Gasperini ed ai suoi. Probabilmente per “par conditio”.
L'abbiamo detto tante volte: ciò che accade la domenica durante la partita non è altri che la conseguenza di quanto avviene in settimana, è una regola che riguarda tutti gli sport non soltanto il calcio e prescinde dalle qualità tecniche o mentali.
Andare sotto di due reti, anche senza evidenti demeriti, recuperare il risultato con una reazione d'orgoglio, di qualità e poi non giocare più è un problema. Qualcuno deve dirci il perchè la squadra non ha giocato più. Prendere tantissimi gol, spesso alla stessa maniera, è un altro problema che Liverani non era riuscito a correggere lo scorso anno in B ed ha continuato a non risolvere in questa stagione in serie A. La fase di non possesso del Lecce è da incubo, così come la capacità del nostro allenatore di porvi rimedio.
Una piccola squadra come il Lecce, in serie A, ha soltanto due armi per sopperire al gap tecnico che la separa da quasi tutti gli avversari, due armi che però devono essere coltivate ed allenate: la capacità di correre con più intensità degli altri e la concentrazione quando devi difenderti.
In serie A il calcio non è soltanto la fase offensiva, anche se ben giocata, ma si deve saper insegnare ed interpretare quella difensiva. Perchè? Semplice: sei costretto a difenderti più di quanto tu non voglia ed anche se a te piace attaccare devi essere in grado di garantire solidità quando non hai la palla. Oltretutto una cosa non esclude necessariamente l'altra. Le risultanze della partita sono le seguenti: risultato più pesante della stagione, squadra che corre poco e male, confusione tattica totale. Per non parlare dei continui infortuni muscolari che si verificano.
Lunedì arriva il Milan che non è l'Atalanta ma è sicuramente una squadra sulla carta superiore al Lecce dal punto di vista qualitativo. Dovrebbe rientrare Babacar, probabilmente Farias che arriverà dal Brasile guarito, pronto atleticamente e potrà allenarsi col gruppo. Si spera in una settimana di lavoro al top dell'intensità e della concentrazione, perchè questo è un campionato in cui tutti possono perdere contro chiunque. Ma anche vincere.
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