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Si dice che nella vita di ogni uomo ci siano pochi giorni indimenticabili, per i quali vale la pena vivere tutti gli altri meno emozionanti.

Ecco, se Davor Vugrinec ne dovesse scegliere uno, probabilmente senza pensarci direbbe che il 12 novembre del 2000 sia stato uno di quelli, uno di quei giorni che vanno cerchiati di rosso sul calendario dei ricordi.

L’attaccante croato, infatti, ha segnato a San Siro il gol vittoria contro l’Inter, per quella che resta ancora l’unica vittoria dei salentini contro i nerazzurri in trasferta. 

Queste le sue parole al Quotidiano di Puglia ricordando quel giorno così particolare: 

"Non lo dimenticherò mai, per me è stato un goal particolare. L'ho dedicato a mio nonno che era morto il giorno prima della partita e subito dopo la vittoria sono tornato in Croazia per assistere ai funerali. Poco prima di scendere in campo, i dirigenti del Lecce mi avevano dato la notizia della sua morte. Per me era come un secondo padre avendo trascorso gli anni dell'infanzia con lui e con la nonna che supplivano all'assenza dei miei genitori, impegnati quasi tutto il giorno con il lavoro. Quel giorno non volevo scendere in campo, lo dissi pure a mister Cavasin. Poi all'improvviso cambiai idea, pensai infatti che giocando avrei potuto fare un ultimo regalo al nonno Dragutin. E una volta in campo accadde ciò che succede solo nei film: segnai un goal su assist di Conticchio e subito dopo alzai le braccia al cielo e mandai un bacio al nonno".

Davor ha scelto Lecce dopo un lungo corteggiamento da parte di Corvino, che lo aveva visto giocare in Turchia e se ne era follemente innamorato. L’attuale dirigente giallorosso ha intrapreso una vera e propria asta con alcuni club italiani ed europei ma alla fine è riuscito a convincere il centravanti croato. A Salento Sport l’ex attaccante ha raccontato proprio i retroscena di quella trattativa: 

"Corvino mi seguiva da un po' anche perché ero venuto a giocare in Italia contro il Perugia nel terzo turno della coppa Intertoto. Il campionato turco non era male, ma non mi trovavo molto bene in Turchia. E così scelsi l'Italia: la serie A in quegli anni era il top con campioni assoluti come Zidane Ronaldo e sapevo che il Lecce era una squadra che lottava per restare in Serie A. Su di me c'erano tre squadre italiane, tra cui il Lecce e il Perugia. Ma sentivo che il Lecce era la società più decisa a prendermi e a puntare su di me. Corvino mi voleva convincere a tutti i costi, mi parlava sempre anche della città. E ha avuto ragione, mi sono trovato benissimo".

Nel Lecce Vugrinec ha giocato due stagioni e mezzo, ha siglato 24 gol in totale ed ha vissuto alti e bassi, con una salvezza ed una retrocessione nel curriculum. La sua carriera dopo l’esperienza salentina sembrava ormai al capolinea, tanto che a 30 anni il croato aveva deciso di appendere le scarpette al chiodo. Un’offerta dalla sua Croazia, però, lo ha fatto desistere ed alla fine nel 2012 Davor è riuscito a diventare il calciatore croato a segnare più gol in patria, un record fantastico considerando la qualità del calcio biancorosso. 

Una volta ritiratosi Vugrinec ha deciso di dedicarsi anima e corpo alla sua passione più grande, ossia fare il collezionista di quadri e sculture di arte moderna suo paese, come ha raccontato qualche tempo fa in un’intervista rilasciata a Leccezionale: 

"A Lecce mi chiamavano Van Gogh e quando ero in Italia, capitando spesso a Milano, ho condiviso questa passione anche con Ariedo Braida La passione per l'arte nasce da lontano e si interseca con quella per il calcio. Realizzai il primo investimento per un quadro a 23 anni. Oggi ho una galleria d'arte in centro a Zagabria ed esporto la mia collezione nei musei croati e anche all'estero. Ho letto tutto Dostoevskij, e poi libri di Mann, Bulgakov, Garcia Marquez, Sartre, Camus, Umberto Eco, e altri. Ora sto leggendo un'autobiografia di Richard Wagner, è un libro raro, che ho trovato in un negozio di antiquariato. Ho un'idea di creare una biblioteca rara, quindi colleziono libri ".

Un giocatore particolare, fuori dagli schemi, esattamente come un campo. A Lecce sarà sempre ricordato con affetto e quel gol sarà sempre fresco nella memoria di tutti i tifosi giallorossi, anche perché è stato un giorno indimenticabile anche per chi ha nel cuore quella maglia. 

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