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Romelu Lukaku fino ad ora aveva segnato 14 rigori in Serie A sui 14 rigori calciati. Mai un errore, mai nessun portiere capace di neutralizzare il suo tiro dal dischetto.

Wladimiro Falcone, dal canto suo, fino a ieri aveva neutralizzato 5 rigori dei 25 assegnati contro la sua squadra. Poi l’intervento miracoloso sull’attaccante belga e la sesta respinta da mettere a referto e nel curriculum.

Falcone, la fama da “pararigori" lo precede 

Che l’ex Sampdoria fosse un pararigori ce ne siamo accorti in quel famoso Monza-Lecce. Minuto 81 e respinta sul tiro dal dischetto di Gytkiaer, una gioia immensa che Colombo ha saputo poi rendere indimenticabile, sempre dal dischetto.

In realtà Wladimiro aveva anche parato un rigore contro il Lecce, ormai tre stagioni fa, quando sulla panchina dei giallorossi sedeva Eugenio Corini. Parliamo di un Cosenza-Lecce terminato 1 a 1, durante il quale l’estremo difensore giallorosso ha neutralizzato un penalty di Massimo Coda, tenendo a galla i suoi. 

Falcone tra soddisfazione e rabbia 

Dopo la partita Falcone si è presentato in conferenza stampa ed ha parlato così, dicendosi felice per aver parato il calcio di rigore ma sicuramente poco soddisfatto per l’epilogo della partita:

E' un onore per me essere il primo portiere della serie A a parare un rigore come Lukaku, qui nella città in cui sono nato. Lo avevo studiato, con lui devi scegliere un angolo; veniva da tanti rigori segnati, sono andato d'istinto e l'ho parato”.

Wladimiro studia i suoi avversari ed ha questi numeri favorevoli sui calci di rigore anche grazie alla continua preparazione che c’è dietro. Di certo, poi, è indispensabile anche possedere la componente intuito, una caratteristica innata in portieri che arrivano a calcare palcoscenici importanti. Ci auguriamo che Wladimiro continui a parare come ieri, sicuro in tutti gli interventi ed autoritario nelle uscite. Le sue prestazioni sicuramente non passeranno inosservate e già ieri da Roma sono piovuti complimenti:

“L'ambizione è quella di giocare nei top club, non ho mai negato di essere tifoso della Roma e giocare nella Roma sarebbe un sogno. Non si sa mai, se un giorno dovesse esserci l'occasione mi farò trovare pronto ma ora la mia testa è a Lecce e penso solo ad aiutare la squadra a raggiungere il nostro obiettivo. A fine partita mi hanno detto che mi cercava Mourinho, mi ha detto che gli avevo rotto le scatole, perché era la terza volta che giocavo contro di lui a Roma e gli paravo di tutto. Mi ha fatto piacere ricevere questi complimenti da un grande allenatore come lui".

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