header logo
È colpa delle favole. Ve lo abbiamo scritto dopo Torino-Lecce, ma anche dopo i gol di Mancosu contro Juventus, Inter e Napoli. Cos’è questo Lecce se non una favola da raccontare? In ogni caso, fra tanti anni, ai piccoli tifosi giallorossi parleremo di questo triennio e inizieremo con il classico “C’era una volta…”, sperando di concludere con un lieto fine, senza però dimenticare che tutto quello appena vissuto rappresenta comunque un pezzo di storia del nostro club. Anche mister Liverani ieri ha parlato di favole, nominando poi la parola impresa. Ecco. Miracolo, favola, impresa, tutte parole che racchiudono quello che questa formazione sta provando a compiere, tutte parole che pronunceremo se i prossimi 90 minuti ci permetteranno di giocare ancora una volta nel massimo campionato italiano. Illusione. Un’altra chiave di lettura che vi abbiamo dato su questo Lecce è rappresentata da questo termine. Ve lo abbiamo detto dopo la partita con la Sampdoria. Il Lecce è illusione, ne eravamo convinti e lo siamo ancora. Non sarebbe potuta finire prima. I giallorossi hanno sempre lottato, fino all’ultimo, spesso esaltandosi quando tutti li davano per spacciati. Siamo illusione e lo saremo fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata di un campionato particolare, controverso e per questo indimenticabile, vada come vada. È finita. Si, lo avevamo scritto dopo Genova. Abbiamo ricevuto insulti, critiche e accuse. Ci avete paragonato a dei gufi, detto di vergognarci ma probabilmente chi lo ha fatto non ha letto il finale di quel pezzo. È finita, lo dicevamo e lo negavamo nello stesso momento. Non era finita per niente, non è finita ancora e finirà solo quando questo gruppo lo deciderà, solo quando questi ragazzi non avranno più le forze per stringersi e continuare a lottare. 3 espressioni, 3 articoli che hanno scandito un campionato infinito, 3 modi di vedere il calcio, le partite, probabilmente anche la vita. È colpa delle favole se questo Lecce, nonostante tutto, è arrivato a giocarsi la salvezza all’ultima giornata. È merito dell’illusione che si trova nel DNA di questa squadra se siamo ancora vivi, mai domi e sempre pronti a stupire. È colpa nostra se vi abbiamo detto che è finita, quando non lo pensava nessuno, nemmeno chi lo scriveva. Adesso stringiamoci intorno alla squadra. Facciamole sentire il calore, la voglia, l’orgoglio e la passione che ci contraddistingue. Mancano solo 3 giorni al giorno dei giorni e nessuno pensa ad altro, mentre il tempo sembra trascorrere lentamente per aumentare un’ansia che diventa sempre più viva. Il finale delle favole che iniziano con “C’era una volta..” lo conosciamo tutti. “E vissero…”, si dice così, lo spazio va riempito con un’espressione che questo Lecce meriterebbe più di tutti. Non ci piace parlare di biscotti, di regali e derby dell’amicizia. Pensiamo al Parma, pensiamo a vincere e poi come direbbe la Nord “che sarà, sarà...”.
Ciro e Michele, eroi senza tempo
Frosinone-Lecce 3-1: Abisso choc. Tesoro: "Non arbitri più il Lecce"