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Il tecnico del Lecce, Fabio Liverani, ha parlato alla Gazzetta del Mezzogiorno facendo il punto della situazione in casa giallorossa. Questo il suo pensiero: "Per i bilanci c’è tempo, meglio guardare al futuro, pur in momento nel quale non è semplice. Ma bisogna essere positivi. Spero che ci si possa lasciare alle spalle quanto prima la brutta situazione attuale e che tornino gli allenamenti, le partite, tutto ciò che. Resterò a Lecce anche nella prossima stagione? Nel club (al quale è legato contrattualmente sino al 2022 ndr) e nella città salentina mi trovo benissimo. C’è la volontà reciproca di proseguire il cammino insieme e c’è, da ambo le parti, il desiderio di crescere. Oggi ipotecare il futuro sarebbe impensabile. Quando sarà il momento affronteremo l’argomento e cercheremo la giusta sintonia, che tra l’altro c’è stata sempre. La ripresa? Per quel che riguarda il Lecce, abbiamo sempre detto che al primo posto vada messa la salute di tutti, quindi anche dei calciatori, che sono dei cittadini come gli altri. Purtroppo, bisogna ammettere che esistono diverse criticità con le quali fare i conti. Una cosa è certa, bisognerà valutare bene se esiste la certezza di ripartire e di portare a termine il percorso perché, in caso contrario, i danni rischierebbero di essere maggiori di quelli che si creerebbero decidendo di non proseguire. Innanzitutto prima di disputare una partita ufficiale di campionato bisognerebbe potersi allenare minimo per un mese. Non si può pensare, altrimenti, di sottoporre i calciatori allo stress psico-fisico derivante dal dovere giocare per 45 giorni con frequenza inusuale per la maggior parte di loro, con una temperatura di 30 gradi. Naturalmente queste condizioni sarebbero le medesime per tutti i team, ma per quelli costruiti per la salvezza, quindi per un torneo che prevede, di norma, un solo match a settimana, e che dispongono di 20-21 calciatori, sarebbe molto dura affrontare un terzo della stagione a ritmi serrati". Se non si riprenderà a giocare? Liverani spiega: "Non ho specifiche competenze in proposito. Il presidente Sticchi Damiani è uomo di legge ed è un esperto di regolamenti e di carte federali. Mi limito a constatare che, ad oggi, ho sentito ipotizzare tre soluzioni, ovvero che i campionati non produrrebbero alcun effetto come deciso in Olanda, che si opterebbe per una serie A con 22 squadre nel 2020/2021 oppure che ci sarebbero due sole retrocessioni a fronte di due promozioni in quanto, non potendosi disputare i playoff di B, non sorgerebbe il diritto di una terza formazione al salto di categoria".
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