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Luigi De Canio, ex allenatore del Lecce, ha parlato a Il Nuovo Quotidiano di Puglia  della squadra allenata da Fabio Liverani. Questo il suo pensiero: "Il recupero della coerenza delle scelte, in un momento storico così difficile e complesso, con un evento eccezionale che pone l’interesse collettivo della salute come prioritario rispetto a tutto il resto, fa bene al calcio. Si tratta evidentemente di conciliare l’enormità della questione che sta angosciando il Paese con il rispetto della regolarità, e non solo in ambito calcistico”. Sul rinvio di Lecce-Milan spiega: “La sosta è comunque un’arma a doppio taglio. Scendere in campo subito dopo una sconfitta così pesante, magari ti consente di scaricare tutta la rabbia agonistica accumulata. Sull’altro versante ci sarà il vantaggio di poter portare magari Lapadula fuori dall’isolamento al quale è stato costretto dal fermo forzato degli altri compagni utili sul fronte dell’attacco. La disponibilità dei giocatori in questa fase è cruciale. La squadra ha bisogno di tutti. E l’allenatore deve stare attento a non rischiare gente che non è nelle condizioni migliori, anche se i tifosi, non conoscendo la situazioni dall’interno, a volte non riescono a condividere le scelte del tecnico, che guarda in prospettiva dello sviluppo del campionato”. De Canio conclude: “A parte il fatto che questo Lecce ha già fatto bene con le grandi, e preso punti preziosi proprio con la Juventus, con l’Inter, con il Milan, con il Napoli, grazie ad un gioco che si esalta contro le “nobili” del torneo ricordo che l’ultima salvezza in serie A con il mio Lecce la conquistammo proprio battendo Juventus, Napoli e l’Udinese che era in zona Champions. Ci salvammo andando a vincere con la Sampdoria che aveva giocato all’inizio i preliminari di Champions, che era partita bene ma quando cominciò a perdere finì nel vortice, si fece prendere dalla paura e retrocesse. Questo Lecce con le grandi ci sa fare, ma bisogna stare molto attenti sino alla fine, ricordando sempre che classifica. Il Lecce sino ad adesso si è tenuto sempre fuori dal gorgo”.
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