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Una vittoria di sofferenza, una vittoria per la storia. Per la storia, perché il Lecce di Fabio Liverani ha eguagliato il record assoluto di vittorie consecutive in Serie A che apparteneva alla squadra di Delio Rossi e di sofferenza perché è arrivata lottando e stringendo i denti nei momenti di difficoltà. Quella contro la Spal era la partita probabilmente più complicata del trittico. Il Lecce arrivava alla sfida sull’onda dell’entusiasmo ma ciò non bastava per pensare che contro gli estensi sarebbe stata una passeggiata. Si parla di “fallacia di mano calda” per intendere l’errata convinzione che una serie di eventi passati influisca positivamente su avvenimenti futuri legati a circostanze variabili. La “mano calda” deriva dalla mano del giocatore di basket, che infila due, tre, quattro, cinque canestri consecutivi, e si è erroneamente portati a pensare che possa segnare all’infinito. Ma non è così. Vale lo stesso per il Lecce: le due vittorie consecutive contro Torino e Napoli non comportavano necessariamente una vittoria facile sulla Spal. Per conquistare i tre punti contro la squadra fanalino di coda del campionato, il Lecce di Liverani ha dovuto ingegnarsi e andare oltre le difficoltà. Sono bastati i primi minuti di gara per capire che non sarebbe stata una partita facile. La Spal ha approcciato bene il match, con grande aggressività sul primo possesso dei giallorossi, che hanno fatto fatica ad impostare partendo dalla difesa. A ciò si è aggiunto l’infortunio di Falco, che ha tolto ai giallorossi l’elemento che per caratteristiche più di tutti è in grado di creare imprevedibilità sul fronte d’attacco. La squadra di Liverani è stata brava però a non disunirsi e alla fine ha trovato il vantaggio con un rigore di Mancosu. Pregevole l’azione che ha portato al penalty, tipicamente di stampo “liveraniano”, iniziata con un tocco di tacco all’altezza della trequarti di Majer, che ha saputo poi inserirsi e conquistare il fallo in area. Schemi provati evidentemente in allenamento e ben messi in pratica in partita. Ad inizio secondo tempo è arrivata la doccia fredda del pari. Una spizzata di testa su calcio d’angolo da parte di Petagna. Non preciso Rossettini in marcatura, ma applausi anche al centravanti estense per la precisa torsione verso la rete. Lo schiaffo però non ha destabilizzato il Lecce, che ha mantenuto la compattezza e ha iniziato a macinare gioco fino al gol del 2-1. Una rete figlia della qualità di Barak, un giocatore che sembra essere veramente di un'altra categoria. Nell'azione del gol, la mezzala ceca dalla sinistra trova un filtrante che apre il campo a Mancosu, che serve preciso in area Majer che con un diagonale deposita in rete. Un gol non casuale ma ragionato, come il calcio che sta riuscendo a praticare con grande efficacia il Lecce nelle ultime settimane. Acquisito il vantaggio, il Lecce è stato bravo a trincerarsi e a saper soffrire gli attacchi della squadra di Di Biagio, dimostrando di essere una squadra che cerca il risultato tramite la bellezza del gioco ma che quando è necessario sa anche portare a casa la vittoria di mestiere. Un applauso anche a Vigorito: i tre punti sono figli anche di un suo grande intervento su Strefezza. Il sentore generale è che dopo il 3-0 di Verona nel Lecce sia scattato qualcosa. La squadra ha saputo resettare, partendo da zero e conquistando tre vittorie di fila quando in molti, ormai, la davano per spacciata. Tutto sta nella testa: è evidente come i giocatori ora giochino con maggiore fiducia, non sono contratti e hanno spesso il coraggio di provare la giocata. Contro la Spal mancava Saponara, ma ancora una volta sono saliti sugli scudi Donati, Barak e Deiola, tre dei nuovi innesti del mercato invernale. L’impressione fino a qualche settimana fa era che il Lecce avesse un’idea di gioco ma non riuscisse a metterla in atto. Complici gli infortuni che avevano ridotto all’osso la rosa abbassando la competitività in settimana per una maglia da titolare. I nuovi innesti hanno cambiato la faccia della squadra, immettendo la qualità necessaria per far praticare a questo Lecce il calcio richiesto da Liverani. Guai a sentirsi appagati però. La strada è ancora lunga e ci sarà ancora tanto da soffrire. Nel prossimo mese il Lecce se la vedrà contro Roma, Atalanta, Milan e Juventus. Salite ripidie, ma non invalicabili per la squadra vista nelle ultime settimane.
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