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Lungi da noi il volere creare il panico, già ci pensa chi di dovere, e con notevoli risultati, come dimostrano gli assalti ai supermercati e le aggressioni a cittadini cinesi additati come untori manzoniani. Vorremmo soltanto fare una considerazione razionale e forse di buon senso. In piena emergenza Coronavirus, con partite che si giocheranno a porte chiuse ed altre che non saranno proprio disputate, a Lecce invece tutto è concesso. Lecce-Atalanta non solo si giocherà a porte aperte, ma a partecipare all’evento sono stati invitati anche i tifosi bergamaschi. Nulla contro la bella curva della Dea, né contro l’Atalanta, ma ci viene da pensare che realmente questo sia un Paese allo sbando, che prende decisioni non per il benessere dei cittadini ma per oscure manovre politiche o sulla spinta di iniziative improvvisate, da parte di tutte le fazioni. C’è chi fa qualcosa e la fa a metà purché “non si dica che…” ed altri che non perdono occasione per criminalizzare chi decide. Film visto, rivisto e nauseante. Ma torniamo ad Atalanta-Lecce: che senso ha far percorrere più di mille chilometri in giro per l’Italia (chissà in quante stazioni di servizio faranno sosta) ad una tifoseria lombarda, quando proprio in quella regione sono state prese misure estreme per contenere il virus? I tifosi nerazzurri che giungeranno a Lecce verranno controllati? Verrà misurata loro la temperatura? Crediamo di no, perché non esiste alcuna circolare che obblighi a sottoporsi a controlli; esiste un invito da parte del nostro Presidente regionale a “comunicare”, facendo leva esclusivamente sul senso civico di ognuno, se si rientra in Puglia dopo aver sostato nelle zone a rischio. Ma dal momento che i tifosi dell’Atalanta provengono geograficamente proprio da quelle zone, c’è bisogno che lo comunichino? Già si sta assistendo alla “rimpatriata”, con vagonate di studenti, non solo salentini, che preoccupati lasciano le sedi universitarie e si rifugiano presso le famiglie di origine; che senso ha garantire libero accesso ai tifosi ospiti? Andiamo a memoria, ma ricordiamo lucidamente che sono state bloccate tantissime trasferte per molto meno. Sarebbe bene essere chiari: questo Covid-19, comunemente chiamato “Coronavirus”, è un’emergenza nazionale, oppure è emergenza solo per determinate zone d’Italia e tutti gli altri possono anche contagiarsi? Correggiamo il tiro, più che in un Paese allo sbando sembra essere tornati nel medioevo; pensateci: la comunicazione terrorizza, c’è già chi teme la fine della nostra civiltà, il popolo è ignorante ed abbiamo anche due Papi. Che manca?
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