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Una partita difficile per il direttore di gara di Sampdoria- Lecce, forse ancora più difficile di quella che hanno vissuto Ranieri ed i suoi uomini, sempre in affanno, contro un ottimo Lecce. Una gara vissuta sui centimetri, per i blucerchiati a favore, per i giallorossi contro. L'arbitro, coadiuvato dal Var, ha dovuto prendere decisioni difficili, al limite, che di fatto hanno deciso il risultato della partita. Sampdoria e Lecce hanno pareggiato, ma i salentini sono senza dubbio i vincitori morali della sfida e questo vuol dire tantissimo in prospettiva futura. Le conclusioni di Massa hanno inciso dicevamo, perchè tutto parte da una traversa colpita da Falco (ecco i centimetri) e sul successivo colpo di testa di Shakhov, a colpo sicuro. Rossi della Samp respinge col braccio sulla linea. Rigore prima assegnato e poi negato al Lecce. Le immagini sono ambigue, Massa per questioni di centimetri decide che la palla è stata ribattuta con l'ascella (!). Sarebbe stato rigore ed espulsione per l'esattezza, quando i giallorossi erano già in vantaggio grazie a Lapadula. Ci sarebbero stati altri 45 minuti da giocare ma il Lecce probabilmente li avrebbe vissuti in vantaggio di due gol e con un uomo in più. Dopo il cambio di decisione dell'arbitro Tachtsidis perde la testa, protesta e si fa ammonire, quel cartellino giallo probabilmente deciderà le sorti dell'incontro, perchè nel secondo tempo, per un piccolo contatto, il greco viene ammonito nuovamente e quindi espulso. Il Lecce passa dall'avere la partita nelle sue mani al dover soffrire, con un uomo in meno, i tentativi di rimonta della Samp. Tentativi che diventano realtà in pieno recupero. Petriccione ribatte sulla linea il colpo di testa di Ramirez (lasciato solo in area) ma per una questione ancora di centimetri Massa assegna il gol. La palla è entrata. Peccato, davvero! Il Lecce cuce e scuce nell'arco dei 90' più recupero, stavolta senza colpe, leggerezza di Tachsidis a parte. Peccato perchè il regista aveva interpretato la migliore partita di questa stagione. Liverani cambia qualche uomo, i tre incontri in otto giorni sono dispendiosi da un punto di vista fisico, la rosa de Lecce è ampia e può ancora dare tanto. Dentro Shakhov (ottima la prova dell'ucraino) per Mancosu, Dell'Orco per Calderoni, Tabanelli per Majer, Lapadula per Babacar e Falco per l'infortunato Farias. Il Lecce gioca a memoria, sembra quello dello scorso anno. Tachtsidis illumina la manovra e le sue aperture di prima ad occhi chiusi disegnano le stesse traiettorie che nella scorsa stagione hanno fatto fare il salto di qualità al Lecce. Il vantaggio ottenuto grazie ad un'apertura proprio del greco e ad un “dai e vai” vincente tra Shakhov e Lapadula ha fatto si che i giallorossi iniziassero ad esprimersi su target elevati, come vuole Liverani. Il torto è stato il non concretizzare le ripartenze, mantenendo così la Sampdoria sempre in partita. Il pareggio finale, ottenuto in pieno recupero dagli uomini di casa in superiorità numerica, lascia l'amaro in bocca per ciò che sarebbe potuto essere ed invece non è stato. Delusione per Liverani ed i suoi, legittima, ma il bicchiere va visto mezzo pieno: esprimersi con disinvoltura, organizzazione e cattiveria agonistica, soprattutto nel primo tempo, sta a testimoniare che il Lecce sta crescendo. Non sono i due punti persi a Genova che devono incupire il Lecce, nel calcio gli episodi spesso determinano i risultati, quello che deve rimanere è la convinzione nel lavoro che si fa, la consapevolezza che si può continuare a stupire anche nella massima serie. Lo dicevamo lo scorso anno, lo ripetiamo ora: il Lecce sta tornando, un volta a regime, ci siamo quasi, ci sarà da divertirsi.
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