header logo
Siamo giunti a metà della sessione estiva di calciomercato ed è il momento di tirare le prime somme per le società intente a rafforzarsi in vista della nuova stagione che aprirà le porte ormai tra poche settimane. Il mese di Agosto è sempre concitato, in particolare per le neo promosse che cercano di limare la rosa per dire la propria nella nuova categoria. C’è da dire però che in Europa alcune società si sono mosse con largo anticipo, acquistando molti giocatori di livello e spendendo cifre esorbitanti, se paragonate agli standard italiani. E’ questo il caso dell’Aston Villa, neopromossa in Premier League, che ha speso ben 150 milioni e ha battuto anche la concorrenza della Lazio mettendo a segno il colpo Wesley, talento brasiliano classe '96. Lo stesso vale anche per lo Sheffield United che, per non sfigurare, ha utilizzato già 25 milioni in questa campagna acquisti. Questa tendenza inglese è parzialmente giustificabile analizzando il fatto che il mercato nel Regno Unito chiuderà con largo anticipo, l’8 Agosto, ma ciò non spiega il perché di queste cifre folli. In Germania, Francia e Spagna, invece, la situazione è molto simile a quella che troviamo nel campionato italiano. Difatti in media una neopromossa ha speso fino ad ora intorno ai 5 milioni per gli acquisti in entrata, faticando nel mercato in uscita, registrando dunque cifre ben inferiori per quanto riguarda le cessioni. In Italia la squadra che ha investito di più è il Brescia, con 10 milioni spesi nel mercato in entrata soprattutto con acquisti dall’estero. Il Lecce però, pur utilizzando 5 milioni in meno ha messo a segno colpi a 0 e prestiti illustri, muovendosi con particolare diligenza fino ad adesso. A questo punto però la domanda sorge spontanea: perché c’è un gap economico talmente ampio tra le squadre italiane e quelle inglesi da essere definito quasi incolmabile? La causa principale è identificabile nei diritti tv: una squadra di medio-bassa classifica in Premier guadagna circa 80 milioni tramite azioni commerciali. Cifre lontane anni luce da quelle che troviamo in Serie A, dove solo la Juve riesce ad avvicinarsi a questi numeri. Un dato che fa riflettere senza dubbio, anche se è da evidenziare una netta ripresa del nostro calcio da questo punto di vista, favorita soprattutto dall’apprezzamento in tutto il mondo dei talenti che militano nella nostra massima categoria: di conseguenza non è da escludere che negli anni a venire anche il Lecce possa trarne vantaggi, aumentando sostanziosamente il budget trasferimenti grazie a questi preziosi ricavi extra-campo.
Ciro e Michele, eroi senza tempo
Frosinone-Lecce 3-1: Abisso choc. Tesoro: "Non arbitri più il Lecce"