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Due caldarrostine, un the, un braciere. Se mai un giorno dovessero rifare il Via del Mare dovrebbero aggiungere dei comfort e ricordarsi che se al nord hanno il freddo qui abbiamo l'umidità. Quindi almeno un deumidificatore ce lo devono concedere. Nel frattempo che la nostra istanza venga accolta dalla Proprietà, cerchiamo di analizzare da vicino il match di ieri nel disperato tentativo di risultare originali, simpatici, freschi, scoppiettanti, leggeri, ironici, pungenti e poco vendicativi. Uno. Niente zona Dubickas ieri sera. Liverani ha messo in campo la migliore formazione possibile, sia dal punto di vista tecnico-tattico che mentale. Ci sarebbe ancora da migliorare nella gestione del match, soprattutto perché negli ultimi dieci minuti abbiamo rischiato di impallinarci da soli (e non per colpa della papera di Vigorito che ci può stare). Ora non mi dilungherò troppo su questo argomento perché vorrei evitare la rottura di palle di chi vorrà difendere Liverani come Di Caprio ha fatto con il figlio nel film Revenant. Due. Qualcuno ha provato a fare della contro ironia sulla "zona Dubickas" citata nell'articolo precedente (che poi chiamarlo articolo!) cercando di prenderemi in giro. Poi però leggo "Dubiskas" e mi passa la fantasia. Come quando per 20 anni ho dovuto sentire o leggere "Scevantòn" oppure "lu Sceva", manco parlassero di Shevchenko. Si scrive Dubickas e soprattutto si legge Cevantòn. Qua siamo ai livelli de "la comune". Tre. Niente male lo sloveno. Tecnicamente molto valido. Peccato che anche lui sia un centrale come ampiamente ribadito da lui stesso in conferenza stampa, poi affannosamente corretto da Meluso. Non va mai negli spazi, verticalizza poco. Però fa girare bene il pallone, si fa trovare smarcato per ricevere palla. Buona personalità. Quattro. Credo che Andrea La Mantia sia in forma strepitosa. A parte il gol bellissimo, per stile, plasticità, tempi, c'è poi tutta una prestazione fatta di pressing e ripartenze di altissimo livello. Ieri persino il miglior Tyson avrebbe faticato a tenere a distanza #ALM9. Forse solo Chef Rubio con l'alito pesante dopo una puntata delle sue. Questa situazione sarebbe da rivedere. Cinque. Se pensavamo che il momento sexy-shop fosse finito al gol di La Mantia era soltanto perché nessuno avrebbe mai immaginato che anche lo Zio sarebbe andato in gol. E non parliamo certamente di Beppe Bergomi caro Fabio! Smarcato come un bambino con la bomboletta della schiuma nel periodo di carnevale, Lucioni ha saputo elegantemente poggiarla alle spalle di un incolpevole portiere Silvestri. Sei. Più falsi della Lega che cancella la parola Nord per farsi voler bene anche al Sud, i tifosi del Verona hanno cantato per tutto il tempo "Terroni, terroni" dimenticando che durante il gemellaggio di qualche decennio fa ci scambiavamo le sciarpe ed i vessilli. In termini di regolamento l'arbitro avrebbe dovuto sospendere la gara (credo!). Questo non perché da questa parte si sia offeso qualcuno eh, ma solo per capire come funziona l'indinnnniazzione in Italia. "Albania olé, torneremo da te, col gommone alè" cantava la Nord ieri al termine della partita. Giusto per capire a che livello possiamo arrivare senza offenderci. Sette. Vista la naturale tendenza della partita ad essere monotematica, Vigorito ha provato a cambiare il tema buttandosi alle spalle una palla che Laribi aveva considerato tipo la mollica di pane che si butta solitamente appallottolata e con violenza verso un povero commensale da matrimonio: cioè a cazzo. Gol. La tensione accumulata nei minuti successivi nemmeno durante le sedute spiritiche che facevamo a 9 anni nelle case abbandonate e di notte. La palla, ad onor di cronaca, cambia traiettoria a causa del vento. Otto. Le linee verdi disegnate a terra per coprire le distanze della partita di rugby giocata qualche settimana fa mi danno nervoso. Tutte le volte che la palla ne oltrepassa una ho la sensazione che sia uscita fuori. Non so se è una paranoia condivisa. Nove. I fischi che ho sentito quando Fabio Grosso è uscito dal campo espulso sono inversamente proporzionali alle emozioni vissute rispettivamente per: rigore procurato contro l'Australia, gol ai crucchi in semifinale, rigore calciato con arroganza in finale contro la Francia ed esultanza ignorante. Ora usciranno fuori tutti i sovranisti salentini: "la mia nazionale è il Lecce". Sine, ok. Bravo. Dieci. Con l'ingresso in campo di ieri, Saraniti ha giocato di più in Serie B con il Lecce che nel girone C della Serie C con la maglia della Viterbese. Che poi non è vero ma mi piaceva la battuta.
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