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Le argomentazioni sembrano essere quelle dei Novax che sostengono tesi folli su improbabili nanochip iniettati attraverso il vaccino che amplificherebbero il segnale 5g. E a proposito volevo dirvi che Napster non è mai andato così bene da quando ho fatto la prima dose di Pfizer.

Dicevo. Le argomentazioni sono deboli, a tratti comiche, a tratti col dubbio che queste persone effettivamente seguano il Lecce. Per carità non è obbligatorio ancora seguire le vicende dei giallorossi ma è auspicabile che nel sentenziare futuri tristi e poveri di soddisfazioni qualche cosa la si sappia. O almeno ci sia la certezza di averne capito qualcosa. 

Problema numero uno: gli stranieri

Mi dispiace molto per quel Pierpaolo Verri che si è immolato a scrivere un articolo sul perché convenga comprare all'estero specificando quali siano le riforme fiscali che hanno favorito questa tipologia di mercato.

Mi dispiace anche per Corvino che ha spiegato più volte perché preferisca rivolgersi a mercato inesplorati piuttosto che sputtanarsi tutto l'ammontare del cippo su una sola scommessa.

Ecco. Scommessa. La parolina magica che non ha significato diverso a seconda della nazionalità. Scommessa da vincere se italiana, scommessa da vincere se islandese. Non ci sono garanzie, né formule magiche. Non ci sono scappatoie, né certezze. Se comprando dall'Italia ci fosse la garanzia di raggiungimento di un obiettivo, il Lecce e tutte le altre comprerebbero dall'Italia. 

Vi risparmio la menata sui giovani italiani che costano tanto, mentre mi accanirò sulla storia che i giovani salentini non trovino spazio o opportunità. Quanti giovani talenti leccesi sono arrivati in B per restarci negli ultimi 10 anni? Vi do un aiutino? Comincia per Zeta e finisce per ero. Non ci sono fiorellini sbocciati nei campi inesplorati del basso Salento, né campioni in fasce prelevati dai settori giovanili dei club del Nord dalla scuola calcio di Zollino. Niente. Zero. Nada. Più facile comprare una piantagione di pisello nano e farci i soldi convincendo i cinesi che questa varietà renderà il riso alla cantonese indimenticabile.

Qual è il problema di schierare una squadra di stranieri allora? Sarebbe bello saperlo visto che nessuno ancora ha risposto a questa domanda. I misteri della nostra esistenza: C'è vita oltra la Terra? Si può viaggiare nel tempo? Il diesel scenderà mai sotto l'euro? Chi vincerà il GFVip? Chi è Mark Caltagirone? Il Lecce comprerà mai giovani italiani?

Problema numero due: le amichevoli

Perché tanto entusiasmo dopo il 13 a 0 contro una squadra di dilettanti? La domanda.

Perché no? La risposta. Anche se non si risponde ad una domanda con un'altra domanda ma è sempre bello farlo per mandare in crisi l'interlocutore. Perché non essere entusiasti della prima sgambata? Perché non essere ottimisti e propositivi dopo aver visto in campo i nuovi?

Ovvio che il test non sia probante, ma nemmeno lo stato di forma dei calciatori giallorossi lo è. Quindi basta dire che Olivieri non sia riuscito a saltare nemmeno uno di Terza Categoria che con i carichi di lavoro che ha probabilmente riuscirebbe a saltare solo la colazione. Dunque pensare di criticare l'entusiasmo post Sinigo, nel tentativo di smorzarlo, sarebbe come dire a uno che sta a dieta che dopo una settimana ancora non si vede niente. 

Oltretutto avete visto la partita con inquadratura improbabile, senza manco conoscere i nomi di chi è sceso in campo. E Zan lo chiamate ancora Mayer come un Sandro qualunque. Questo ve lo volevo dire da due anni. Vi ricordo che tutte le previsioni sui giocatori le avete sbagliate e se volete posso sbattervi in faccia i vostri commenti su Facebook come prova inconfutabile di quanto siate confusi.

Le amichevoli, questo dovrebbero saperlo soprattutto gli addetti ai lavori, non servono a sapere quanto una squadra sia forte, ma servono a capire a che punto si è coi meccanismi di gioco. Scegliere l'avversario debole è utile per evitare che i giocatori passino il tempo a difendersi anziché a provare gli schemi ed i movimenti. Lo so io, che non seguo il calcio, dovrebbero saperlo anche gli addetti ai lavori criticoni. 

Problema numero tre: i giornalisti

Accusati di non saper fare spesso il proprio mestiere, sono ritenuti responsabili di non essere in grado di mettere in difficoltà Baroni o Sticchi Damiani o Corvino con le domande. E di non farlo perché succubi di non si sa bene cosa. Ignorando in tutto ciò che esistono anche le idee opposte alle proprie e che queste possono avere origine dal pensiero, cosa che posso capire sia ignota a qualcuno. 

Perché non fanno questa domanda? Perché non fanno quest'altra? Ve lo dico io perché: uno, perché a volte la domanda è imbarazzante e questo o perché denota che non abbiate capito nulla o perché la risposta è già nota alle cronache; due, perché potrebbe anche non essere venuta in mente; tre, perché a volte cercare il pelo nell'uovo, a mercato appena cominciato, è una pessima figura che vogliamo evitare. 

 

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