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Qualcuno pensa che CR7 avrebbe dovuto almeno essere portato in panchina a Lecce per rispetto di tutti quei tifosi juventini che hanno speso soldi per vederlo. Dimenticano però che il calcio è business e che CR7 è una macchina che fa soldi ma anche calcio e che alla veneranda età di 34 anni ha bisogno di riposare dopo un turno impegnativo in Champions. Questo è il giocatore che hanno scelto di idolatrare e così devono tenerselo. Che poi Dybala e Higuain o De Ligt con Bonucci non è che fossero proprio gli ultimi arrivati. Ecco, l'idea di sminuire il Lecce su carta, pensando che Sarri abbia snobbato l'incontro, mi dà noia. E a sminuirlo forse sono stati di più gli addetti ai lavori rispetto al tecnico bianconero. L'incontro, probabilmente, è stato preso così dai giocatori in campo e non l'allenatore con le sue scelte. La Juve non è solo CR7. I piemontesi hanno giocato e creato tanto. Sprecato tanto. Ma vincere ai punti è giocare ad un altro sport. Ai punti avremmo vinto e ci saremmo salvati anche noi in tanti altri campionati poi persi. La verità è che le partite si giocano per 90 minuti e quando concedi agli avversari metri e minuti, anche i marziani possono normalizzarsi. Il Lecce sta conquistando lentamente il suo stato di forma ottimale e consapevolezza nei propri mezzi. Ad organico pieno e a stato di forma ottimale questa squadra può giocarsela con chiunque. Il merito è chiaramente di Fabio Liverani. A proposito di Liverani, ieri ho scritto nelle pagelle un commento che poi ho rimosso per evitare che il buon voto che gli ho assegnato fosse coperto dagli insulti sulle ultime due righe. Perchè a volte, nella lettura di un pezzo, ci si sofferma alla lettera, o alle parti finali, senza considerare l'insieme. Ieri ho scritto che il Lecce ha cominciato a giocare dall'espulsione di Liverani a Milano. Ma questo concetto non sminuisce per nulla il valore dell'allenatore. Anzi. Il significato in questo caso è benevolo. Perché forse, magari è solo una mia impressione, la squadra subisce troppo il carisma del tecnico romano che in partita fa il diavolo a quattro fino a quando non vede in campo quello che lui ha in testa. E non tutti i calciatori sono pronti a subire le ansie di una partita di A, in uno stadio di A, con i rimproveri del proprio tecnico. E' una questione di carattere. Non c'entrano le capacità. Ampiamente riconosciute ai giocatori e al mister. Il consiglio non richiesto, la conclusione, non voleva essere: adesso resta in tribuna. Al contrario. Sarebbe stato quello di vivere il match lui per primo senza troppe ansie. Che era lo stesso consiglio che aveva dato ai suoi calciatori prima di Lecce-Juventus. Perché se è vero che la squadra è lo specchio del suo allenatore, allora ci ritroviamo tutti con queste parole. Non c'è nessuna polemica. Tornando a noi. Chi avrebbe mai pensato che fra Milan e Juventus avremmo portato a casa 2 punti? Nessuno. Questi due risultati devono essere considerati come una testimonianza del fatto che il calcio si gioca sempre e comunque in 11 contro 11. E che le condizioni affinché i risultati positivi si possano verificare non sono utopici. Prima di Lecce-Juve si diceva che i giallorossi avrebbero potuto vincere solo senza CR7, solo se i bianconeri avessero sottovalutato il match, solo se fisicamente fossero venuti nel Salento scarichi. Così è stato. Ieri Liverani ha dimostrato, ancora una volta, di saper preparare bene le sue partite a livello tattico. La Juventus ha mostrato il suo lato debole con Farias e Babacar che hanno provato a forzare la difesa per vie centrali. Lì i bianconeri si sono aperti in diverse occasioni e solo imprecisione e voglia di strafare hanno impedito ai giallorossi di essere più incisivi sotto porta. Ora comincia "il campionato del Lecce", come è stato detto da più parti. Ma le partite bisogna giocarle 90 minuti. L'ho scritto prima.
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