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È ancora un Lecce impresentabile quello che in un Via del Mare tirato a lucido e, davanti a 25.000 tifosi, ha affrontato il Verona perdendo una buona occasione per fare punti. Impresentabile per più motivi, alcuni di carattere fisico, altri atletici, altri ancora di assetto. Non solo. Questo Lecce, seppur in serie A, sembra più debole di quello che lo scorso anno, in serie B, faceva strabuzzare gli occhi agli addetti ai lavori. Come mai? Iniziamo col dire che il ritiro precampionato non ha voluto bene ai colori giallorossi, con più elementi che hanno dovuto svolgerlo a ritmo ridotto; altri invece non vi hanno partecipato proprio, come Mancosu impegnato a girare l'Italia (non sappiamo consigliato da chi) per farsi curare un qualcosa che poi ha guarito a Lecce. Impiegando così il doppio del tempo. Lo stesso dicasi per Benzar e Shakov. Liverani ha dovuto fare di necessità virtù ed ha schierato in campo quella che a lui è sembrata la formazione migliore mettendo in campo, contemporaneamente, tutti i giocatori che si sapeva non avessero i 90' minuti nelle gambe. Questo è sembrato un po' strano a chi vi scrive. Le sostituzioni restano tre e se fai giocare contemporaneamente cinque elementi fuori condizione, poi i problemi arrivano. È una questione matematica. Il Verona è sicuramente più avanti del Lecce e ieri è sembrata una squadra tosta, in salute e che ha saputo leggere le diverse fasi della partita. Ha fatto un grande primo tempo, pressando a tutto campo, segno di ottima condizione fisica; quando questa è calata, nella seconda parte dell'incontro, ha arretrato un po' il raggio d'azione pronta però a colpire in contropiede con cattiveria ed in velocità. Ha raddoppiato sistematicamente tutti gli uomini più pericolosi del Lecce, da Falco a Tachtsidis, da Lapadula a Mancosu, impedendo ai giallorossi di sviluppare la manovra che conosciamo bene. Il Lecce, nonostante tutto, ha avuto almeno tre occasioni nitide per andare in gol ma, come contro l'Inter, non è riuscito a capitalizzarle. Una sconfitta pesante per Liverani ed i suoi ma un Lecce fin troppo brutto per essere vero. Fortunatamente, ora ci sono 15 giorni per lavorare intensamente, permettere agli ex indisponibili di tornare più vicini alla forma migliore e per studiare un nuovo assetto da utilizzare quando le cose non vanno bene. Non può essere, ad oggi, quello di La Mantia esterno di un tridente, così come abbiamo visto nella seconda metà del secondo tempo ed anche contro l'Inter. Il centrocampo giallorosso, già in sofferenza nella fase di non possesso, non riesce a supportare le tre punte, anzi va in sofferenza e piglia il gol. Quindici giorni per recuperare dicevamo, poi ci aspetta il Torino a punteggio pieno fuori casa ed il Napoli in casa. Partite proibitive sulla carta? Non per un Lecce finalmente in forma; per un Lecce come quello di ieri sera, invece, anche una buona squadra di C avrebbe rappresentato un problema.
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