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Ci teneva tantissimo, lo aveva detto e lo ha dimostrato fino all'ultimo secondo in campo nell'ultima partita di campionato. 

Ritornare a Lecce per Checco Di Mariano significava chiudere un cerchio. O perlomeno provarci. Nella squadra salentina era cresciuto prima di spiccare il volo nel settore giovanile della Roma. Poi tante esperienze, fra Serie C e tanta, tantissima Serie B. Di rado si trovano calciatori che a soli 26 anni possono vantare più di 150 presenze in cadetteria.

Insomma, quando è arrivato la scorsa estate nel Salento portava in dote il curriculum di chi la Serie B la conosceva bene e appena pochi mesi prima aveva anche imparato a vincere. Proprio a discapito del Lecce, infatti, aveva condotto il suo Venezia alla vittoria dei Playoff promozione. Ma ritornare a vestire la maglia giallorossa, col dieci stampato sulla schiena e un ruolo da protagonista confezionato in un 4-3-3 per lui era un richiamo più grande della massima serie altrove. 

E questo si è visto sul campo. Il carburante dietro le sue proverbiali sgasate sulla fascia sono state le motivazioni. Lui incarna l'essenza di una frase del presidente Sticchi Damiani: vincere a Lecce è più bello che vincere altrove. Di Mariano lo sapeva, o perlomeno lo immaginava, e ha dato tutto sé stesso per riuscirci. E alla fine ci è riuscito.

Sulla vittoria del campionato infatti, c'è anche la sua firma d'autore. Che a Venezia fosse diventato un calciatore forte era ormai indubbio, che fosse diventato così forte e così decisivo, invece, è stata una piacevole sorpresa per tutti i tifosi giallorossi. A 26 anni è nel pieno della maturità, non solo dal punto di vista calcistico, ma anche dal punto di vista umano. Lo si percepisce quando lo si sente parlare dell'importanza dei sacrifici e dello spirito di gruppo per arrivare ai successi di squadra. 

Il campo, del resto, ha parlato da sé. Sulla fascia sinistra, Di Mariano ha fatto il bello e il cattivo tempo, lasciandosi alle spalle gli avversari che non potevano far nulla per reggere la sua velocità e le sue sterzate. I colpi che, ai tempi della Primavera della Roma, convinsero Alberto De Rossi a trasformarlo da trequartista fra le linee a esterno di fascia, proprio per la sua capacità fuori dal comune di dare strappi palla al piede.

Col tempo ha perfezionato il ruolo e nel 4-3-3 di Baroni ha saputo esaltarsi. Mosso dalla voglia di regalarsi e di regalare alla piazza che ha sempre portato nel cuore una gioia immensa come la Serie A. Come quando ha campo davanti a sé, Di Mariano adesso non vuole fermarsi. Riportare il Lecce sui più prestigiosi palcoscenici del calcio italiano il suo primo obiettivo, il secondo verrà da sé: confermarsi contro i più grandi. I tifosi possono stare al sicuro, la “10” non vede l'ora di sfrecciare anche in Serie A.

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