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Lecce. Via del Mare. Un anno dopo. Sono ancora vivi i ricordi per i festeggiamenti in Serie B, al punto che qualcuno non ha fatto in tempo nemmeno a riporre i vessilli che aveva utilizzato l'anno prima. Certo, questa volta le transenne e qualche poliziotto armato di buona volontà ha impedito che l'Anfiteatro si trasformasse in un'arena per tifosi ma l'entusiasmo non lo ha fermato nessuno. E questa volta si festeggia la A. Un anno fa, di questi tempi, il Lecce giocava la sua ultima partita di Lega Pro, un anno dopo la mente è già proiettata alla formazione dei calendari di Serie A, che la massima serie deve ancora finire. Sette lunghi ed interminabili anni sono serviti ai giallorossi per uscire fuori da un incubo che sembrava non finire mai. Sette, di cui sei nell'inferno a gironi della Serie C. Un inferno che ha bruciato una proprietà (quella dei Tesoro) e 10 allenatori (Lerda, Toma, Gustinetti, Moriero, Bollini, Pagliari, Asta, Braglia, Padalino e Rizzo) ma dalla quale ne siamo usciti attraverso due consacrazioni, quella di un gruppo capitanato da Sticchi Damiani e quella di un allenatore, Fabio Liverani, entrambi entrati di diritto nell'Olimpo degli Dei del calcio. Questa promozione in A non è casuale, come la Proprietà ha più volte cercato di inculcare ai suoi tifosi a metà campionato, e con il solo scopo di non fomentare inutilmente gli animi. E' frutto di una programmazione cominciata nella stagione 2015/16, con il compito di ripulire il club dalle vecchie gestioni sotto l'aspetto economico e tecnico, e partita ufficialmente nel 2017/18 con la prima presidenza Sticchi Damiani. Due anni in cui si sono messe le basi per la risalita dagli inferi. Una promozione da prima della classe in Serie C ed un'altra, consecutiva, a ridosso della prima, il Brescia a +1. Una cavalcata che è destinata ad entrare di diritto nella storia del calcio leccese. Da scrivere un capitolo a parte nei prossimi annali. Dopo Ventura, Fabio Liverani. Due promozioni consecutive e speriamo adesso nella permanenza per continuare ad alimentare il sogno di un intero territorio. Assieme a Ventura però anche Fascetti, Mazzone, Bolchi, Sonetti, Delio Rossi, Papadopulo e De Canio. I nomi da non dimenticare mai. I nomi che hanno inciso su pietra le irripetibili e indimenticabili cavalcate promozione. E se le premesse sono queste allora c'è da stare sereni. Sticchi Damiani ha appena compiuto 44 anni (proprio ieri, giorno della promozione), dunque è giovane con idee vincenti. Il gruppo alle sue spalle è altrettanto giovane, solido, pieno di entusiasmo. Ci sono tutte le premesse per fare bene. Per creare un progetto che dia sazietà a questa fame di calcio. Stadio, vivaio, progetto tecnico e risultati in serie A. Piccoli step che saranno i punti cardine della nuova progettazione. E se allo stadio dovessero continuare ad andarci in 30 mila poi....
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