Fabregas, ecco perché il tuo Como non sarà mai un modello
I lariani sono una delle realtà più intriganti del calcio italiano, ma possono essere un modello?
L’allenatore del Como, Cesc Fabregas, è stato al centro di una lunga intervista concessa a La Provincia di Como. Tra i vari argomenti affrontati, ha trovato spazio anche il tema dei numerosi giovani schierati nel suo undici titolare, facendo anche un paragone con il Lecce.
Fabregas ed il confronto con il Lecce
Il tecnico, nella sua intervista, ha paragonato il minutaggio dei giovani dai vent'anni in giù, parlando di come il confronto tra la sua squadra e quella giallorossa sia sostanzialmente di 3 a 1:
Io ci punto molto ma vedo che qualcosa si sta muovendo anche in Italia, vedo squadre, come l’Atalanta, che da anni ci riescono, ma è vero che noi al Como ci proviamo di più. Se fate il confronto tra noi e il Lecce sul minutaggio dei giovani credo che siamo 1300 contro 3000. A Napoli avevamo in campo cinque giocatori di vent’anni. Non è banale.
Un paragone che non regge
Fabregas ha voluto mettere in mostra un dato, ovvero la sua predisposizione a far giocare i giovani in una Serie A che non si prende questi rischi. Perché ha citato il Lecce? In questo caso possiamo fare solo delle congetture. Forse perché il Lecce viene visto come un modello che sviluppa e fa crescere giovani, oppure per la presenza del 17enne Francesco Camarda. Fatto sta, che il paragone non regge.
Perché? Perché stiamo parlando di due società e due modi di vedere il calcio completamente differenti. Stiamo parlando di una squadra, quella allenata da Fabregas, che non tiene conto della sostenibilità economica, pertanto il rischio è completamente differente. Secondo i dati riportati da Transfermarkt, il club lariano avrebbe speso, nella sessione estiva di calciomercato 2025, circa 107 milioni di euro. Lo scorso anno, invece, altri 97 tra mercato estivo ed invernale. Niente male per una neopromossa.

Quanto ha speso il Como da quando è in Serie A
Snoccioliamo altri numeri parlando di singoli giocatori: nel primo anno di A con gli Hartono, il club lariano ha speso, sempre stando ai dati forniti da Transfermarkt, 15 milioni per Caqueret, 4 per Douvikas, 12 per Assane Diao, 8,5 per Dossena, 8 per Engelhardt, 6 per Nico Paz, 6 per Audero, 5 per Fadera e non solo.
Passando al calciomercato estivo 2025, il tiro è stato ulteriormente alzato: Jesus Rodriguez a 22,5 milioni, Khun a 19, Baturina a 18, Addai a 14, Maximo Perrone a 13, ma anche Valle, Van der Brempt, Diego Carlos, Ramon. Insomma, non si parla di noccioline. Un mercato simile, a livello meramente economico, non lo vediamo fare nemmeno nell'alta classifica del nostro campionato.
Qualità vs potenzialità
Quando Fabregas fa confronti tra giovani utilizzati dal Como e giovani utilizzati dal Lecce, forse dimentica quanto il suo club abbia speso in questi due anni di A. Mentre il Lecce va alla ricerca di potenzialità da trasformare in qualità e, si spera, in plusvalenze che permettano di ricominciare questo ciclo virtuoso, a più 1000 chilometri di distanza si comprano senza nessuna difficoltà giovani dal futuro brillante, già indirizzati e già con alle spalle tante partite tra i professionisti.
Un esempio? Diao prima di approdare in Serie A aveva già fatto vedere ottime cosa in Liga con 28 presenze in due anni. Jesus Rodriguez? 21 presenze con il Betis, due gol ed un assist. Jayden Addai, 35 presenze con l'AZ Alkmaar. Addirittura, in quelle latitudini ci si permette il lusso di tenere certi elementi in panchina. Il solo Baturina ne è l'esempio lampante: 128 minuti giocati in totale, acquistato per 18 milioni.
Il Lecce invece non ha mai nascosto di puntare sulle potenzialità. Elementi grezzi da sviluppare nel tempo con il rischio che le qualità non vengano mai fuori.
L'elemento del rischio
Acquistare un Tiago Gabriel e farlo giocare è un rischio, così come lo sono Matias Perez o Kouassi. Così come lo è stato acquistare Hjulmand dall'ultima in classifica del campionato austriaco, Gendrey dalla Serie B francese o Krstovic dal campionato slovacco. Se la scommessa viene persa, per il Lecce sono guai, sia a livello di risultati ma anche economici.
Può succedere che uno dei giovani faccia male anche a Como, ma dal mercato si potrà sopperire facilmente a questa lacuna. La differenza, ancora una volta, è economica. Fabregas, dunque, può ritenersi un allenatore privilegiato: può sviluppare la sua idea di calcio in una piazza che non vedeva la Serie A da 21 stagioni, che sta vivendo un sogno e con una società fortissima alle spalle. Rischiare i giovani a Lecce è diverso rispetto che al farlo a Como.
Il Como è un modello?
Ma un'altra squadra replicare quanto c'è dietro al terreno di gioco? Difficile. Molto difficile. Per farlo, un club dovrebbe prendere una lista dei top miliardari a livello globale, contattarli e sperare che si interessino alla squadra e che siano disposti a mettere sul piatto 100 milioni a sessione di mercato senza tener conto della sostenibilità economica. No, il "modello" Como non è qualcosa di fattibile per una normalissima società di calcio.
Un esempio sono i numerosi aumenti di capitale degli ultimi anni: secondo il Corriere della Sera, dal gennaio 2023 a giugno 2025 si sono registrate complessivamente 21 operazioni. Nel 2023 le ricapitalizzazioni hanno raggiunto 66 milioni di euro; nel 2024, anno in cui il Como è tornato in Serie A dopo 21 anni, sono salite a 159 milioni; nel 2025 ammontano a 103 milioni, per un totale di 328 milioni.
Esempi virtuosi: Atalanta, Empoli e Lecce
Chi è forse il massimo esempio di modello da imitare e prendere ad esempio è l'Atalanta. La Dea è il sogno di ogni piccola: da provinciale a grande. Il secondo ciclo della famiglia Percassi con l'Atalanta si apre nel 2010 e solo dal 2016 cambia la storia della squadra con l'avvento di Gasperini e con l'inserimento di giocatori del vivaio che si riveleranno fonte di plusvalenza. Plusvalenza su plusvalenza. Step dopo step. Anno dopo anno. L'Atalanta ha costruito delle basi solide, economiche e tecniche, puntando su strutture e sostenibilità, arrivando a vincere anche un'Europa League. Un esempio, questo, che anche altre squadre stanno cercando di imitare, come il Bologna.

L'Empoli è una di quelle realtà virtuose che riescono a far crescere i propri talenti in casa con una certa continuità, mettendo in conto il rischio di retrocedere, per poi venderli generando ottime plusvalenza: Ricci, Baldanzi, Marianucci, Viti, Fazzini, Asllani sono alcuni esempi.
Il Lecce ha un modello in via di perfezionamento ma che cerca di coniugare risultati sportivi a quelli economici, cercando a fine anno di non aver generato debiti.
Il Como serve al calcio italiano?
Il Como è una squadra che ha portato nel nostro campionato grandi talenti e futuri campioni. Nico Paz è una gioia da vedere ed un giocatore sopraffino. Inoltre, se è vero che Fabregas voglia portare nel settore giovanile sempre più italiani, questo non può che essere un bene per il nostro calcio, soprattutto in questo momento di crisi. Insomma, il Como è una realtà intrigante, ma non chiamatelo modello.






