Di Francesco: c'è una cosa che devi capire
Squadra dai due volti contro l'Udinese: quella del primo tempo sembrerebbe essere un'errone telefonato del mister
Commentare Udinese-Lecce equivale a esprimere un parere su due partite distinte e separate, quella del primo tempo e quella del secondo.
Ad onor del vero, una volta letta la formazione con cui Di Francesco aveva deciso di affrontare i friulani, abbiamo avuto quasi un moto di rabbia, subito sostituito dalla speranza (vana) che fossimo in errore. Il motivo è presto detto: il tecnico del Lecce che abilmente aveva trovato la quadra nella fase di non possesso, dopo le prime partite di campionato, ad Udine aveva la necessità di sostituire il febbricitante Coulibaly, colui che nel centrocampo salentino funge da “elastico” quello cioè che gioca più avanzato nella fase offensiva, quasi alle spalle della punta e in quella difensiva ripiega sulla linea dei centrocampisti. Il maliano svolge una mole di lavoro impressionante ma causa febbre, seppur in panchina, non era arruolabile.
Di Francesco pur avendo a disposizione Maleh, Kaba, Pierret e Sala sceglie di mandare in campo Helgason. Ora, noi non abbiamo nulla contro l'islandese ma il campo, il terreno di gioco, le partite, hanno detto più volte che Berisha ed Helgason insieme non possono coesistere perchè entrambi leggerini, perchè a fronte del tentativo di essere più tecnici, in realtà si regala il centrocampo agli avversari, perchè il solo Ramadani non può correre ed arginare per tutti, perchè la linea di difesa mancando un filtro appropriato si vede arrivare gli avanti avversari lanciati palla al piede e va in enorme difficoltà. Questi sono tutti aspetti che non stiamo inventando noi ma sono oggettivi, è stato il terreno di gioco a farli emergere e non soltanto contro i bianconeri, sempre. Sostituendo il maliano con Helgason la reazione negativa è sempre stata a catena: nessun filtro, Berisha a farfalle, Ramadani in difficoltà, difensori centrali idem; se poi a questo si aggiungono gli errori tecnici individuali e l'atavica assenza di Morente (solitamente utile per dar manforte a Gallo, stavolta all'inutilità offensiva ha sommato quella difensiva) la frittata è fatta. Regalare un tempo ad una squadra di serie A, qualunque sia il suo nome, è un peccato sportivo che andrebbe punito severamente, soprattutto quando gli avversari fanno poco o nulla per meritarlo.
C'è poco da dire, la prima frazione di gioco ha influenzato negativamente tutta la partita ed anche il secondo tempo, nel quale il Lecce ha meritato di raggiungere il pareggio, ne ha risentito. Perchè se ti chiami Lecce e giochi in serie A, può anche non bastare giocare un tempo su due, può non essere sufficiente perchè poi esistono gli episodi, le scelte, la fortuna/sfortuna che decidono per te e questo una piccola come il Lecce dovrebbe evitare che accada.
Nella seconda frazione di gioco è bastato inserire in campo due ali vere come Banda e Ndri, ognuna con le sue caratteristiche, gli alti ed i bassi, gli errori e le giocate, ma due ali, quelle che costringono gli esterni avversari a preoccuparsi di loro, che costringono i centrocampisti o i centrali ad andare al raddoppio; poi postare Pierotti alle spalle di Stulic e automaticamente quella che sembrava una riunione tra vecchi amici capitati lì per caso, torna ad essere una squadra di calcio che è vero perde comunque ma torna a giocare e ci consente di essere arrabbiati per una partita regalata senza motivo.
Di Francesco che stimiamo e che ha dimostrato la sua sagacia in altre occasioni, deve capire subito che alcuni calciatori non possono convivere con altri. Anzi, ci stupiamo che non l'abbia ancora capito, ci stupiamo che non l'abbia capito Del Rosso, ottimo allenatore, tattico, voluto fortemente dal Lecce accanto al tecnico abbruzzese. In sintesi, riguardo alla formazione iniziale: se vuoi mettere Helgason devi sostituire Berisha e viceversa. Elementare, il terreno di gioco dice questo.
Il Lecce perde di misura (3-2) ad Udine e si deve leccare velocemente le ferite perchè il tempo per preparare le partita contro i campioni d'Italia martedì è poco.







