Lecce, Saverio e la sua "fabbrica" giallorossa: la normalità che diventa straordinarietà

Sono i suoi modi ed il suo saper fare, i mattoni per tirar su un restyling dello stadio, la gioia di un bel gol in un blocco dove le cose in una società funzionano insieme, con la medesima serietà nella moralità, nell’estetica e nei risultati.
In tutto, Saverio è figlio di suo padre Ernesto: intelligenza e classe. Appena c’è stata occasione di poter acquisire il Lecce, insieme ad Ernico Tundo, Corrado Liguori ed Alessandro Adamo, ha avuto modo di esercitare il suo talento, si sono visti i risultati. Due promozioni consecutive dalla Serie C alla A.
Molto interessato alle svolte politiche e gestionali del "sistema calcio", Saverio Sticchi Damiani è però un grande appassionato anche di tecnica e tattica, ci capisce e non delega tutto il lavoro a Mauro Meluso. Quando è necessario, nelle trattative di mercato entra lui per chiuderle, e lo fa con grande concretezza.
Adesso Saverio dovrà spendere un bel po' di denaro nei prossimi giorni, cercando un grande attaccante per Liverani e insistendo sulle altre voci del suo personale bilancio: il conto economico più virtuoso grazie anche al restyling dello stadio, la ferocia sportiva, l'attenzione al vivaio, il carisma del padre. Non proprio emanazioni del "non più soltanto giovane" Saverio Sticchi Damiani, ma linee-guida di un lavoro senza tregua. Da catena di montaggio del calcio, da officina che non chiude mai. Passano le epoche, ma il Lecce resta pur sempre una grande fabbrica.
Oggi al ‘Via del Mare’ c’è la prima ufficiale della stagione in Coppa Italia, i giallorossi ospitano la Salernitana. Inizia un nuovo anno sportivo, godiamocelo. Grazie Saverio. Grazie a te ed ai tuo compagni di viaggio Corrado, Alessandro, Silvia, Dario ed al ‘grande’ Renè per averci portato in Paradiso!
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