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Questa mattina non voglio analizzare per niente la partita di ieri sera giocata dal Lecce a Ferrara perché non c'è proprio niente da analizzare quando decidi di scendere in campo con una formazione i cui nomi sono stati pescati con i bigliettini da un'ampolla. Scherzi a parte, è naturale perdere in malo modo quando mandi, contro una formazione di Serie A, giovani e meno giovani che devono ritrovare una condizione degna di nota. Meglio il secondo tempo del primo quando con qualche correzione - penso a Majer e Fiamozzi - l'undici in campo ha guadagnato un po' di fisionomia approfittando anche del calo psicologico degli avversari che avevano già ampiamente guadagnato il risultato parziale. In questo contesto è pericoloso assegnare patenti di incapacità o inadeguatezza in riferimento a calciatori che scendono in campo pochissimo e che in questa occasione l'hanno fatto per la prima volta tutti insieme. Se il primo tempo è da buttare, il secondo è da tenere in considerazione perché diversi calciatori si sono fatti vedere per essere stati piuttosto propositivi. Ma cerchiamo di vedere le cose da una prospettiva diversa. La coppia centrale, formata da Riccardi e Rossettini, ha avuto una notevole difficoltà ieri nel contenere le iniziative di Floccari e Paloschi. Ma se su Riccardi si sprecano negatività, non lo si è fatto su Rossettini che proprio oggi abbiamo eletto come uno dei migliori calciatori del mese di Novembre. Dunque va ridimensionata anche la prestazione del giovane capitano del Lecce che, soprattutto nel primo tempo, è stato in balia delle incursioni avversarie che non erano praticamente mai sottoposte ad un adeguato filtro a centrocampo. Per i due centrali è stato come prendere in faccia un Tir ripetutamente e senza barriere che ne attutissero i colpi. A destra Fiamozzi meglio di Benzar. L'ex Bari ha saputo proporsi dopo diversi mesi trascorsi da fuori lista con una prestazione equilibrata e tanti buoni cross. E questo è un aspetto da tenere in considerazione in ottica di riapertura delle liste per la Serie A quando Meluso tornerà sul mercato per correre ai ripari proprio in quella zona. Sul calciatore romeno vale lo stesso discorso fatto per Riccardi. Nel primo tempo erano tutti in balia degli avversari e fare bene in questo contesto non è facile. Certo è che una serie di prestazioni al di sotto della sufficienza non fanno altro che spingerlo giù di morale. Ieri però Liverani lo ha incitato quando è uscito dal campo. La cosa fa piacere. A centrocampo, nella prima metà della gara, ha avuto difficoltà persino Petriccione, che è un altro top player eletto a Novembre. Il povero Jacopo ha dovuto giocare con Vera e Imbula che in fase difensiva si sono visti poco. Meglio, molto meglio, quando hanno giocato con la faccia rivolta dalle parti di Berisha. Il giovanissimo sudamericano ha personalità e una struttura fisica già discreta, Liverani fa bene a cominciare a proporlo anche se in ruoli non proprio suoi; il calciatore africano invece ha dimostrato di saperci fare con i piedi ma è ancora lontano da una condizione fisica ottimale. Lo Faso è un talento che ieri non ha brillato. Per lui sarebbe meglio cambiare aria a Gennaio, cercare una soluzione che lo metta nelle condizioni di fare bene per poi ritornare con un bagaglio colmo d'esperienza. In avanti Lapadula ha fatto il diavolo a quattro. Gli hanno negato persino un gol regolare. E' un giocatore ormai pronto mentalmente e fisicamente. E' un vero e proprio trascinatore. La speranza è che contro il Genoa possa esserci. Dubickas in campo è un mistero, il calciatore non è pronto per calcare questi palcoscenici, ma il Lecce ce lo ha in Rosa ed era giusto forse concedergli una chance. Così come è un mistero che in un momento di difficoltà così grande a centrocampo si preferisca il giovanissimo Maselli (a proposito, complimenti a lui per l'esordio) piuttosto che un più pronto Radoslav Tsonev. Più che altro perché sia Dubickas che Tsonev sono patrimonio della Società. Da tutelare. In definitiva, per riprendere il discorso iniziale, Fabio Liverani avrebbe dovuto forse dosare meglio il turn over, permettendo ai vari Benzar, Riccardi e Imbula, un inserimento graduale in un contesto performante. Così si sono scottati un'altra volta. Anche perché fino ad un'ora prima, sia lui che Meluso avevano promesso battaglia...
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