header logo
"Gentile cliente, il traffico dati è terminato. Effettui una ricarica per riattivare il piano tariffario da lei scelto". Il freddo, antipatico e anaffettivo sms che mi ha mandato il mio operatore mobile per comunicarmi che non ho più la possibilità di navigare su internet. Traffico dati scaricato tutto in una notte per smanettare sul cellulare. No, non per quello che pensate voi - anche se più o meno l'effetto è quello - ma per passare dai commenti su Pianetalecce alla classifica, ai risultati, al prossimo turno, e tutto in loop fino alle 5 di questa mattina. Ed eccomi qui, cinque ore dopo, davanti allo schermo del mio personal, a cercare di imbastire qualcosa di interessante. Senza riuscirci. Il problema che nasce in giornate come questa è l'apatia. Assurdo. Non ti va di fare niente perché pensi a questa benedetta classifica che ti vede primo. E influenza tutta la giornata! Devi lavorare e pensi alla classifica, devi fare colazione e pensi alla classifica, devi studiare e pensi alla classifica, devi portare fuori il cane e pensi alla classifica, devi andare in palestra e pensi alla classifica, devi fare la spesa e pensi alla classifica. Poi arriva la sera, guardi la classifica e pensi che oggi non hai combinato un cazzo di niente. Così, senza pensare necessariamente alla classifica, ho fatto un piccolissimo elenco delle cose che mi hanno colpito ieri sera. Ed una di queste è proprio la classifica. Uno. Il Lecce è primo con il Brescia. La differenza reti al momento condanna i giallorossi che hanno segnato 4 reti in meno ed hanno anche una partita in meno da giocare. Questo però per raggiungere la perfezione perché il secondo posto non ci fa schifo. Due. Quando ero piccolo e correvo a minchia, dopo un po', subito praticamente, sentivo dolore all'altezza della pancia, sul lato. Dolore lancinante. E tutti mi dicevano: "Eh, quella è la milza. Se te la togli non ti fa male più". Quindi sicuramente Calderoni si è tolta la milza perché altrimenti non c'è una spiegazione vagamente logica al fatto che continui a scattare al minuto 89 per rubare un pallone che si trova a 5 metri da lui e per fare 30 metri di campo da solo perché i compagni, a differenza sua, stanno per svenire. Tre. La parte più emozionante della partita è stata lo scazzo di Liverani che per la rabbia ha calciato al volo una palla vagante che non si sa bene dove è finita. Una rabbia positiva che ha entusiasmato tutto lo stadio. Quattro. Alla fine del campionato Andrea La Mantia sarà prelevato da un team di esperti che lo porterà in un laboratorio segreto nel quale cercheranno di clonarlo. Se poi non dovessero riuscirci hanno già accordi con Luciano, al secolo Eriberto, per ottenere il numero dell'amico che lo ha ringiovanito sulla carta d'identità. Almeno. Cinque. Tabanelli "è scarso", dicevano quelli che se ne intendevano di pallone (ma non di calcio), solo che lui non lo sa e continua a segnare e a divertire. Che poi sono gli stessi che dicevano che il greco è troppo lento. Sei. Un ottimo Braglia ieri era riuscito a fare lo scherzetto ad appena due minuti di gioco. Pim-pum-pam e il Cosenza passa in vantaggio. Squadra corta, alta, attenta. "Non durerà. Vinciamo 3-1 e nel secondo tempo Liverani mette Tachtsidis dopo 10 minuti di gioco". Le ho dette tutte, giuro. Ho i testimoni. Sette. Ieri la cosa più importante di tutte è avvenuta su Instagram. Il nostro account ha raggiunto i 10 mila follower. Un piccolo traguardo che si aggiunge ad altri piccoli traguardi ottenuti sempre con il sudore della fronte. Sono trascorsi 9 anni da quando siamo andati online, non ci ha mai regalato niente nessuno, abbiamo ottenuto sempre tutto grazie al nostro sacrificio e al vostro interesse. Anzi, qualcosa ce l'hanno tolta: la Serie A!
Ciro e Michele, eroi senza tempo
Frosinone-Lecce 3-1: Abisso choc. Tesoro: "Non arbitri più il Lecce"