L'articolo è lungo, ma ne vale la pena. L'ho intitolato "La verità in tasca"
Se cercavate un pretesto per litigare con me lo avete trovato. Da quando hanno inventato Facebook non c'è limite a quello che si può leggere in giro, e penso che a volte l'algoritmo di Zuckerberg sia stato studiato proprio per farmi andare di traverso il reflusso gastrico di cui già soffro abbondantemente e che è stato lievemente acutizzato dalle prestazioni dei giallorossi.
"Il calcio è bello perché tutti possiamo parlare e dire quello che pensiamo". Ni. Nel senso che quando parliamo di calcio non parliamo di medicina, quindi non muore nessuno. Solo per quello ce lo lasciano fare. Il problema è che comunque ne parliamo con una semplicità disarmante, dimenticando che anche il calcio è fatto da uomini, e che le loro dinamiche sono talmente complesse da determinare così l'andamento di una stagione. Dunque, quando si riduce tutto a "Corini abbande", è evidente che è una semplificazione della banana.
Ovviamente per decenza sto includendo me stesso nel discorso, anche se è evidente che con questo articolo me ne sto tirando fuori.
Quando parliamo di Corini, come di un qualsiasi altro allenatore al posto suo, dobbiamo tenere conto sempre del contesto in cui opera, altrimenti diventa troppo semplice prendersela con lui. Anche perché se fosse così semplice il pallone, Zamparini e Cellino avrebbero già Scudetti e Coppe in bacheca. Non è così. Pare evidente.
Partiamo dal presupposto che ci sono tanti motivi che hanno impedito a Corini di trovare la chiave di volta del suo castello. E prima gli infortuni, e poi i mal di pancia, e poi il Covid, e poi l'arrivo di giocatori nuovi. E se non ne tieni conto sei un essere spregevole.
Se vogliamo parlare del gioco, possiamo parlarne fino alla fine del lockdown, ma è chiaro anche ad un ambystoma mexicanum (vattelo a googolare che dopo che lo hai visto ti sentirai offeso) che i due antagonisti praticano un calcio diverso. Corini bada meno al fraseggio, al tiki taka, preferisce di più aggredire il portatore di palla e verticalizzare. Più pragmatico e meno ammaliante. Volete condannarlo per questo?
"Si, ma il suo gioco non si è proprio visto". Rispondo subito a questa obiezione e vi ringrazio per averla posta. Per aggredire alti il portatore di palla, quindi per cominciare la fase di pressing sin dal portiere avversario, serve una grande tenuta atletica: può avere tenuta atletica sufficiente una squadra che ha praticamente saltato il ritiro estivo e ha in squadra un insieme di calciatori con preparazioni atletiche differenti? No, dico, può?
Se ricordate bene, un accenno a questo pressing - che avevamo accostato al gegenpressig a Settembre (leggere per credere) - lo avevamo anche visto. E questo fino alla partita contro il Chievo quando gli avversari li annientavamo a suon di gol. Ma ovviamente ve ne siete dimenticati. Naturale.
Quando Corini si è ammalato di Covid, purtroppo, abbiamo dovuto affrontare anche il momento più delicato della stagione con 8 incontri in un mese: il doppio di un mese normale! In quel contesto Lanna si è ritrovato a gestire un gruppo che aveva infortuni e mal di pancia e Coda-Stepinski hanno dovuto fare gli straordinari. Il Lecce qui ha dovuto fare di necessità virtù, lo staff tecnico ha cominciato a lavorare sulla fase difensiva per cercare di mettere una toppa alla condizione atletica palesemente insufficiente ad affrontare quel terribile Dicembre.
Snaturando il suo gioco, senza sostituti e senza allenatore, il Lecce ha perso tutto il suo potenziale.
Poi ci sono altri argomenti, che magari toccheremo in maniera più approfondita in altre occasioni, ma sarebbe corretto pensare che gli occhi per guardare ce li avete voi e anche Corini, il quale prima di voi si è accorto di quanto sia forte Rodriguez. Però stiamo parlando di uno che quando gioca vive di scatti e progressioni, non si risparmia mai, e a mezz'ora dal suo ingresso contro il Brescia già boccheggiava. Chiaro che Covid e mancata preparazione estiva, oltre ad infortunio recente, non gli permettono di avere una condizione ottimale. Il suo ingresso deve essere centellinato per evitare ricadute o l'insorgere di nuove problematiche. E in un contesto simile forse conviene anche evitare di caricarlo di responsabilità.
Siamo a Lecce però. I tifosi infilano le mani in tasca e tirano fuori la Verità. Ed è quella. Non sono disposti ad accettare spiegazioni perché le vedono come giustificazioni a situazioni di incapacità o malafede. Perché quello che sanno loro (senza saperlo veramente, vi rendete conto che non vi confrontate con nessuno che sia, non dico del Lecce, ma almeno del mestiere?) e di cui si convincono, è la pura e semplice verità. Che nessuno vuole raccontare, a parte qualche sprovveduto.
Poi, sempre leggendo Facebook, a causa di quell'assassino dell'algoritmo, leggo di improbabili ritorni di Liverani, senza tenere conto di regolamenti e dei fatti successi in estate, o di Cosmi, senza ricordare che ha fatto retrocedere sia noi che il Perugia lo scorso anno, dunque nemmeno lui infallibile.
Insomma leggo di gente che improvvisamente sale in cattedra e spiega. Spiega cose che non sa. Ed è proprio qui che mi sale l'invidia di come riusciate a vivere bene con la Verità in tasca. Ed è proprio adesso che rivolgo il mio appello a Saverio Sticchi Damiani: assumine almeno uno di questi scienziati (da leggere con la voce di Savino Tesoro,che la frase è tipicamente sua) che non si sa mai che vinciamo finalmente lo Scudetto.
Poi ci sono anche i terrapiattisti, quelli che non hanno anelli al naso e vedono oltre. Ma non ci dicono cosa vedono. Intanto però caricano di ansie i tifosi che li seguono. Senza motivo. Anche perché solitamente cambieranno idea dopo le prime due vittorie consecutive. E qualcuno di quelli che seguo io si accontenta anche di una vittoria consecutiva. Anzi, già che mi sono ricordato gli tolgo l'amicizia.
E quindi è proprio vero che di calcio possono parlare tutti, anche alcuni di voi che, se ci fosse una legge contro la diffusione di informazione disinformata, sareste già tutti a processo.
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