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Dopo aver inaugurato la rubrica in pompa magna con una vittoria a Torino, vittoria che ne ha decretato la crisi (ieri ha perso ancora, stavolta contro la Sampdoria), torno a scrivere della partita dovendo commentare una sonora sconfitta. Ora. Voi lo sapete benissimo che io, come Liverani ha voluto fare ieri in campo, non do punti di riferimento. Quindi non potete prevedere oggi cosa io abbia da dire dopo un 4-1 casalingo. Poco male.

CHE CALENDARIO RAGAZZI!

Intanto partiamo con le premesse di questa giornata tutt'altro che serena. In appena 60 km in linea d'aria si giocavano Nardò-Nocerina, Lecce-Napoli e Virtus Francavilla-Bari. Un mix di tifoserie da fare invidia alle faide tra bande sudamericane per il controllo del territorio. Oltretutto i supporter giallorossi avevano almeno 3 tifoserie contro su 5.

IL TABELLONE

Tutti noi sappiamo la piena inutilità del tabellone luminoso dello stadio Via del Mare. E questo non da ieri ma da sempre, da quando hanno inventato lo schermo ad una riga a cristalli liquidi con cui ci hanno fatto le prime calcolatrici. Lo strumento, tanto apprezzato di per sé ma altrettanto disprezzato per l'incapacità di portare a termine la sua funzione, si presta spesso a risatine e battute da parte dei tifosi. Il momento più comico del pomeriggio è stato quando ha mostrato le formazioni elencando nella stessa pagina tutti e undici i calciatori. Una videata che per un 10/10 con lode come me è impossibile da decifrare. Sembra una specie di visita oculistica di gruppo. Eppure,  dopo Verona, pensavamo fosse chiaro a tutti che così si fa prima a tenerlo spento per risparmiare energia.

LE NUOVE REGOLE DEL CALCIO

Purtroppo non posso mostrarvi i fermo immagine di DAZN ma se con il vostro ditino andate a cliccare gli highlights potrete notare come il nuovo regolamento sia stato applicato alla perfezione. Ed il nuovo regolamento dice: "Se assegni un rigore contro il Lecce e questo viene parato da Gabriel, allora il rigore deve essere tirato un'altra volta".  Scherzi a parte, nel regolamento non c'è scritto Gabriel infatti, lo zelo con cui il signor Piccinini ha applicato le tavole di Mosè è impressionante. Anche perché lo ha applicato a targhe alterne. La prima volta non ha convalidato il rigore perché Gabriel si è mosso dalla porta (la regola dice che almeno uno dei due piedi deve toccare la linea). Ora, a nulla vale il fatto che se, e sottolineo se, entrambi i piedi fossero stati fuori dalla linea di porta, Gabriel sarebe stato comunque allineato ai pali al momento del tiro e non aveva fatto di certo 2-3 passi in avanti. Anche perché, diciamocela tutta, restando sulla linea di porta rischi di tuffarti sul palo. La seconda volta che ha fatto calciare, Gabriel è rimasto sulla linea ma 20 giocatori tra giallorossi e azzurri si trovavano già nell'area di rigore. Qui il regolamento dice: "Se la palla supera il portiere del Lecce Gabriel allora si applica il vantaggio anche se nell'area di rigore sono entrati i giocatori del Napoli, quelli del Lecce, uno stormo di uccelli migratori, l'Antonio custode ed un gruppo di cheerleader in formazione".  Scherzo. Gabriel non c'è scritto neanche qua.

I CAPELLI DI BENZAR

Avete presente i rapper. Giusto? Cappellino al contrario, causi scalati, tatuaggi, occhiali improbabili, catena al collo. Però sono rapper. Ci sta. Nessuno li prende per culo. Sono così. Si vestono così. Il look gli sta bene. Calza bene. Ora. Immaginate me vestito così. Oppure se non mi avete presente, immaginate Sticchi Damiani vestito così. Oppure immaginate Meluso vestito così. Vi pare la stessa cosa? Sembreremmo ridicoli. Sembreremmo strani. Ecco. Immaginate che quei capelli li abbiano portati Messi e Neymar. E' la stessa cosa. Se sei Benzar e scendi in campo in quel modo, forse, e dico forse, ti converrebbe restare anonimo. Confonderti. Chessò, magari fatti i capelli come Rispoli così poi uno non si accorge nemmeno del cambio!

IL NOSTALGICO RITORNO

Una volta all'anno i Pooh si riuniscono, c'è pure Riccardo Fogli, e suonano. Tanta voglia di lei, Noi due nel mondo e nell'anima, Dammi solo un minuto, Chi fermerà la musica. E a nessuno dà fastidio. E' come il cloro nell'acqua. Se ne metti molto intossica ma se ne metti poco disinfetta. Anche i Pooh. Fino a quando si riuniscono una volta ogni tanto fanno nostalgia, se suonassero ogni giorno sarebbero pesanti. Ecco dunque, il nostalgico ritorno. Una volta l'anno. Ecco tornata la zona Dubickas nel pieno della sua funzione e della motivazione per cui la definizione è stata creata: con Babacar, La Mantia e Lapadula in panchina, con chi si è presentato ad affrontare Koulibaly? Beeeeeeh! Però è una volta all'anno. Non dà fastidio. Ci sta. Sono sincero però. Questa volta non c'era un novizio a sostituire i tre moschettieri del Re. E ho persino apprezzato l'idea di giocarsela senza punti di riferimento. Fino al primo gol, fino al 28esimo, ce la siamo giocata anche bene. E ce la siamo giocata bene, come atteggiamento, fino al fischio finale. Io ho sinceramente apprezzato. Però poi le sostituzioni? Zona Dubickas. Piena.

MI SCUSI, LEI è GIORNALISTA?

In tanti se lo stanno chiedendo: no, la domanda non è rivolta a me. Finita la partita mi sono recato in mix zone, qui passano tutti i protagonisti del match. Se sei fortunato riesci a fermarne uno per l'intervista, altrimenti fai solo playerwhatching. Mentre aspettavamo Carlo Ancelotti, una steward (lo so, potevo scrivere hostess ma lei era vestita da steward) molto severa ha fermato un Tizio: "scusi lei non può stare qua". "E perché?", risponde il Tizio. "Lei non può stare qua. Qua ci vengono solo i giornalisti. Lei è giornalista?". "Ah ok, no no. Non sono giornalista", ha risposto Bartolomucci prima di collegarsi in diretta.
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