Gravina: "Norvegia più forte dell'Italia. Serie A? Non vedo futuro per il format a 20"

Le parole del presidente della FIGC al Festival della Serie A
Non mollo, rilancio, vale anche per Spalletti?
Non posso dirlo. Stiamo parlando: con grande senso di responsabilità dobbiamo trovare un modo di rilancio domani sera e poi dobbiamo arrivare nelle migliori condizioni per affrontare le ultime sei partite, sapendo che la Norvegia arriverà poi in Italia.
Martedì ci sarà un incontro che potrà portare al cambio di ct?
Non c'è un appuntamento fissato per martedì, c'è un continuo contatto. Io parlo tantissimo con Luciano, abbiamo parlato ieri sera fino a tardi. Lui è una persona molto responsabile, gli faccio i complimenti. Oggi continueremo a parlare e poi vedremo cosa verrà fuori.
È possibile che non si senta così tanto a suo agio nel ruolo da commissario tecnico
Non lo escludo, ma penso sia non corretto. Noi abbiamo avuto diversi allenatori di campo, devi scegliere tutti con le proprie prerogative: Luciano ha particolarità, ma ha una nobiltà d'animo straordinaria. È la persona più bella che ha incontrato nel mondo del calcio.
Un messaggio alla signora Ranieri?
Un abbraccio, sia Claudio sia sua moglie sono persone straordinarie. Dopo tanti anni di sacrifici, di tensioni, di soddisfazioni ha deciso di scegliere un altro percorso. Se è un nome? Ci sono tanti nomi, ma non è il momento dei nomi: è il momento di rispettare il nostro commissario tecnico.
Come possiamo arrivare a crescere come altre federazioni?
È un insieme di elementi. Oggi c'è tanta bulimia dei mezzi e tanta anoressia o anemia dei fini. Nel mondo del calcio dobbiamo scoprire anche il senso di un fine di interesse nazionale, di sistema: abbiamo abbandonato, ahimè, gli unici due asset fondamentali per dare stabilità e stiamo scoprendo il prezzo da pagare. Spesso si parla dei contenitori come fini a sé stessi: penso al concetto di sostenibilità, se non si pensa al contenuto.
Io, insieme ad altri amici che hanno responsabilità nel mondo del calcio, ho avuto il piacere di vivere finali di Champions o di Europa League in strutture eccezionali: in Italia facciamo fatica a mettere insieme strutture per difendere la candidatura a Euro 2032. La dice lunga sulla difficoltà di capire che gli unici due asset fondamentali siano strutture e settori giovanili: a noi manca questa logica. Noi non possiamo pensare di vivere solo sulla base del risultato: se non abbiamo le strutture diventa tutto faticoso.
Lo stato di salute lo dicono anche le "piccole".
Io faccio il tifo per le squadre di provincia, ho festeggiato con l'Atalanta a Dublino e con la Roma a Tirana, ho condiviso l'entusiasmo di una città come Bologna. Stanno alzando l'entusiasmo. Certo, bisogna interrogarsi, come stanno facendo all'estero, se l'attuale format possa durare a lungo: mi permetto di dirlo in maniera chiara, non vedo futuro per il format a 20.
In B qualcuno ha invocato addirittura a 22 o 24... In Francia e in Germania il format è già diverso, si sono posti questo tema come hanno fatto in Turchia dove da 20 sono passate a 18: si sta interrogando anche la Premier. L'interesse legato al nostro campionato non è un fatto quantitativo, ma qualitativo. Io credo che possiamo tranquillamente fare un plauso a queste squadre di media classifica, teorica, e vedrete che a breve avremo qualche sorpresa positiva.
Se lei avesse una bacchetta magica cosa chiederebbe?
Io non credo alle magie, credo al lavoro: siamo tutti pronti a dare il massimo. Abbiamo due obiettivi, uno conseguenza dell'altro: il primo è continuare a lavorare su un progetto che possa dare risultati straordinari. Il secondo è dare una risposta che generi entusiasmo come l'abbiamo visto nel 2021: non era una squadra straordinaria, ma di valori.
Ha saputo dare ai nostri tifosi una grande soddisfazione, credo che sia il momento: ci dobbiamo rialzare. Buffon parla di fuoco dentro, io credo servano gli attributi: ci dobbiamo dare una mossa, tutti. Non possiamo dimenticare che l'Italia è l'Italia e noi siamo gli italiani.