Il diritto di sbagliare
A 17 anni ci vuole personalità per calciare un rigore contro i Campioni D'Italia
“Se ci tieni tiralo tu, l’importante è che lo calci forte”. Con queste parole Ylber Ramadani ha consegnato il pallone tra le mani di Francesco Camarda al minuto ’55 di un delicato ed equilibrato Lecce-Napoli.
L’albanese ha poi “scortato” l’attaccante verso il dischetto, mentre i giocatori del Napoli provavano a infastidirlo e stuzzicarlo con provocazioni che alla fine, con il senno di poi, hanno avuto l’esito sperato. Forse avrebbe dovuto tirarlo Tete Morente quel rigore. Le gerarchie vedevano lo spagnolo davanti al classe 2008 nella lista dei rigoristi ma dirlo dopo è facile. Camarda se lo sentiva ed ha calciato. Avrebbe potuto fare meglio. Lo sa lui, lo sanno tutti e lo sa pure Di Francesco, che ha parlato così a fine partita:
Deve crescere con tranquillità e tutti quanti gli danno un po' troppo peso addosso. Anche questa responsabilità di battere il rigore nasce da quello che c'è attorno a lui. Facciamolo crescere. Devo dire che poi sono stato il primo a volergli fare battere il rigore. Era uno dei due rigoristi, però poi la porta quando manca un po' di esperienza e di cinismo diventa piccola, soprattutto quando c'è un portiere come Milinkovic-Savic. L'unica cosa che posso dire è che quei rigori vanno battuti con una determinazione e cattiveria diversa. Questo servirà di esperienza. E' un ragazzo che sta crescendo bene.

Tutto fa esperienza
Esperienza. Questa aumenta soprattutto grazie agli errori. La prossima volta lo calcerà diversamente. Più forte, proprio come suggerito da Ramadani. Con più cattiveria, come ha detto anche il suo allenatore. Sarà importante ripresentarsi sul dischetto però. Anzi, sarà fondamentale. A 17 anni bisogna cancellare presto il passato. Sia quando si fa gol che quando si sbaglia un calcio di rigore.
Maturità Via Del Mare
Il Via Del Mare, intanto, ieri ha dato un insegnamento gigante a questo giovane ragazzo. Applaudendolo e coccolandolo a suo modo, con una pioggia di applausi quando è uscito dal campo. Il pubblico si è dimostrato maturo, un genitore che vede un proprio figlio in difficoltà e lo spinge a tirare la testa sù ed a dimenticare subito l’errore.
Chissà come sarebbe andata se Camarda quel rigore lo avesse segnato. Non lo sapremo mai e, per questo, non ha nemmeno troppo senso chiederselo. A 17 anni è giusto avere l’incoscienza di tirare dagli undici metri contro i campioni d’Italia, sotto la Nord e davanti a 25000 spettatori. Anzi, non è da tutti fare quello che abbiamo appena scritto. Per tale motivo è giusto così. Va bene così.
Camarda ha tutto il diritto di commettere errori e crescere in questo modo. Si, tutto il diritto di sbagliare.





