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Il Lecce non riesce a spiccare il volo, un punto contro una più quotata Fiorentina è il massimo che riesce a trarre da questo turno. E' un peccato perchè le premesse, visto il primo tempo disputato, per conquistare l'intera posta in palio c'erano tutte, almeno fino al quarantacinquesimo, ma poi nella seconda frazione di gioco è entrata in campo un'altra squadra, a tratti irriconoscibile, che immediatamente ha subito il gol del pareggio e da quel momento non si è più ripresa.

Complice la capacità degli uomini di Italiano di interpretare meglio la partita probabilmente, ma anche causa del contraccolpo psicologico dovuto al gol dell'uno a uno preso praticamente a freddo. Col passare dei minuti il Lecce non è più riuscito ad “uscire” dalla propria metà campo e sicuramente il calo delle prestazioni, soprattutto a livello fisico sia delle mezz'ali che delle ali, non ha avuto un conforto dalla panchina.

FORMAZIONE

Baroni ha messo in campo una squadra da combattimento, ha dovuto fare a meno di Hjulmand squalificato, egregiamente sostituito da Blin; ha preferito Baschirotto sulla fascia destra al posto di Gendrey ed ha dato fiducia alla coppia Umtiti/Pongracic al centro della difesa, con Gallo sull'out di sinistra. A centrocampo, insieme al francese, i giovani Gonzalez ed Askildsen, mentre davanti i soliti tre: Banda, Ceesay e Strefezza.

PRIMO TEMPO

Nel primo tempo l'undici scelto dall'allenatore giallorosso ha messo in grossa difficoltà gli avversari, ha sfiorato più volte il gol ed è riuscito a siglarlo proprio allo scadere della prima frazione di gioco grazie ad un'invenzione dell'ottimo Gonzalez che ha fatto fuori due avversari ed ha messo in mezzo un pallone che ha trovato Ceesay pronto nel battere Terracciano.

SECONDO TEMPO

La seconda frazione di gioco è stata vissuta quasi completamente in apnea; subìto il gol il Lecce si è compattato indietro, non ha più trovato le misure giuste per portare la pressione alta ed è stato costretto a difendersi. Si sa che quando i “velocisti” giallorossi sono troppo lontani dalla porta avversaria diventano più facilmente controllabili e man mano che passano i minuti gli scatti a cui sono costretti li portano a non essere più troppo brillanti. Quando ciò accade il Lecce non riesce ad esprimere efficacemente la fase offensiva.

BARONI ED IL SUO VICE

Di tutto questo si è accorto anche Marco Baroni, non abbiamo dubbi. Tant'è che è stato per circa venti minuti a colloquio con il suo secondo, in piedi, davanti alla panchina, mentre la squadra rinculava inesorabilmente e non era capace di uscire dalla propria metà campo.

Strefezza non riusciva più a sprintare, idem Ceesay ormai spremuto. I due tecnici probabilmente discutevano sulle sostituzioni da effettuare per restituire un po' di freschezza atletica al Lecce, ma mentre parlavano i minuti trascorrevano inesorabilmente, finchè non è arrivato il novantesimo. Se ne sono accorti entrambi ed hanno operato tre sostituzioni, tutte insieme, chissà se volevano garantire atleticità alla squadra, oppure perdere tempo; l'arbitro fugava però tutti i dubbi dei due e fischiava la fine delle ostilità.

CONCLUSIONI

Il Lecce dimostra, anche se ancora ad intermittenza, che in questo campionato, pur con una squadra giovanissima e tutta nuova, ci può stare con merito. C'è bisogno di scrollarsi di dosso qualche “tatticismo” di troppo, a volte osare di più non è peccato e riuscire a vincere qualche partita può portare i giovani interpreti giallorossi ad acquisire contezza dei propri mezzi. Abbiamo negli occhi come ha “svoltato” la prestazione del giovane Gonzalez dopo aver servito con un gioco di prestigio l'assist per il gol di Ceesay e questo può valere anche per gli altri.

Domenica c'è a Bologna uno scontro davvero importante, per portare qualcosa a casa è necessario, pur mantenendo la compattezza difensiva, osare un po' di più.

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