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44 gol e 19 assist in 78 partite con la maglia del Lecce. Basterebbe questo, davvero, non servirebbe scrivere nient’altro perché tutto il resto è superfluo, quasi contorno a quanto fatto da Massimo Coda con i giallorossi.

Noi, però, vogliamo salutare a modo nostro l’Ispanico, un attaccante che ci ha fatto sognare, riempiendoci pagine e giornate ma soprattutto sfondando a suon di gol le reti delle porte avversarie.

Due anni fa è arrivato e forse è stato accolto con troppa indifferenza. Probabilmente quest’ultima era dovuta alla retrocessione in Serie B di qualche giorno prima ed alla stagione precedente di Coda, vissuta da comprimario in quel di Benevento con soli 7 gol all’attivo.

Pantaleo Corvino, però, presentandolo ha cercato di mettere subito le cose in chiaro con una frase semplice ma efficace, diventata poi un vero e proprio tormentone: “Puoi sbagliare moglie ma non portiere ed attaccante”.

In effetti l’ex direttore sportivo della Fiorentina non ha sbagliato attaccante, consegnando le chiavi dell’attacco giallorosso ad un centravanti devastante, capace di vincere per due volte consecutive la classifica marcatori del campionato cadetto e di essere eletto, nella stagione appena conclusasi, miglior giocatore dell’intero torneo.

Coda ha segnato tanto ma è stato fondamentale anche per il gruppo, comportandosi da leader silenzioso e mettendo a disposizione dei suoi compagni la sua grande esperienza. Fabio Lucioni, anche lui ormai ex giocatore giallorosso, dopo la vittoria contro il Pisa, sbloccata da un suo gol su assist proprio di Coda, ha parlato a La Gazzetta dello Sport, elogiando l’atteggiamento dell’attaccante campano:

“Coda? Mi ha fatto un grande assist! Come importanza è sembrato quello di Modric a Vinicius del Real. Massimo è un lusso, è un piacere averlo in squadra: regala gol e spensieratezza, negli spogliatoi se c’è un problema lo risolve con una battuta”.

Dispiace per il calciatore ma anche per l’uomo, un professionista esemplare, che ha dato tutto per questa maglia, non lesinando mai impegno e non alimentando mai polemiche. Le sue qualità tecniche sono fuori discussione e di sicuro a Genova, sponda rossoblù, farà ancora la differenza.Il classe ’88 è un cecchino d’area di rigore, ma sa anche giocare con la squadra. Spesso, soprattutto in questa stagione, lo abbiamo visto abbassarsi sulla linea dei centrocampisti per fungere da regista offensivo, aprendo il gioco e servendo i suoi compagni più liberi con assist illuminanti.

Tra tutti ci viene in mente il favoloso passaggio confezionato per Helgason contro la Spal, con l’islandese che ha dovuto solo mettere in rete un cioccolatino già scartato dall’ex attaccante del Lecce.

Sembrerà strano non esultare più ad un suo gol, tanto bene ci aveva abituato in queste due stagioni, ma il calcio corre veloce e ciò che è accaduto lo scorso 6 maggio è diventato già passato. 

Forse per un attimo Massimo ha sognato di giocare in A con i giallorossi, poi ha scelto il Genoa, un club blasonato che gli offre un contratto impossibile da rifiutare e che può contare su una tifoseria incredibile. Coda va via da Lecce ma ciò che ha fatto nel Salento resterà per sempre. 

 

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