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La morte per malattia

Ci lasciava il 29 ottobre di 11 anni fa, a soli 46 anni, Klas Ingesson, che perse in quella notte la sua lunga battaglia contro un terribile mieloma multiplo diagnosticato nel 2009.

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Lo svedese era un guerriero e un lottatore in campo, e come tale affrontò fino alla fine la malattia.

La sua passione per il calcio non venne intaccata dal cancro: fino a una settimana prima della sua dipartita mantenne con la gioia e l’entusiasmo che lo contraddistinguevano il suo ruolo sulla panchina dell’ Elfsborg, nel massimo campionato svedese.

“La malattia mi fa stare troppo male per il momento e non voglio che l’attenzione stia su di me. Devo pensare al bene della squadra”

Dopo aver allenato per mesi sulla sedia a rotelle, preferì mettersi da parte e lasciare i suoi ragazzi, momentaneamente al 3º posto della classifica.

La Carriera

Protagonista assoluto dello storico bronzo ottenuto ai mondiali di USA 94 con la sua Svezia, Ingesson arrivò in Italia l’anno dopo dove giocò per il Bari fino al 98, anno in cui si accasò con il Bologna, dove formò l’iconica coppia con il connazionale Kennet Andersson.

I due strinsero una fantastica amicizia e trascinarono i rossoblù a storiche stagioni.

“Non dovresti essere quel tipo di persona che ti manca nella vita: dovresti semplicemente essere qui. Quanto sono orgoglioso di averti conosciuto!” , scrive l'ex attaccante su Instagram

Dopo una parentesi francese al Marsiglia, decise di chiudere a Lecce la sua carriera da professionista nel 2001.

La parentesi giallorossa

Nonostante le sole 19 presenze con la maglia giallorossa, il “Gigante buono” riuscì subito a entrare nel cuore dei tifosi salentini, che gli perdonarono il passato con gli acerrimi rivali pugliesi grazie all’impegno e la dedizione che mise in campo in ogni singolo minuto trascorso.

Di fatto il Via del Mare, così come la sua gente, sa accogliere e riconoscere i grandi uomini, specie se esportatori del dna combattivo che li rappresenta: Ingesson era uno di loro.

Nel Lecce di mister Alberto Cavasin, il centrocampista trovò la via del gol in una sola occasione, ossia nella vittoria interna per 2-1 contro l’Udinese l’ 11 marzo 2001: suo il momentaneo pareggio, anticipando così la rete decisiva di Lucarelli.

Il ricordo

Oggi, a undici anni di distanza, Klas Ingesson continua a vivere nei ricordi di chi lo ha visto correre, lottare, sorridere.

Non servono monumenti per chi ha insegnato che la forza non è vincere, ma restare in piedi anche quando tutto ti spinge a cadere.

 

 

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