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"Siamo sorpresi e fortemente delusi dalle nuove norme per le iscrizioni, che consentono ai club, dalla A alla C, di pagare un solo mese di stipendio, e per di più al netto, di qui alla fine del campionato. Un comportamento assurdo e una norma irricevibile che non abbiamo votato né noi, né gli allenatori". È questa la dura presa di posizione del vicepresidente dell’Assocalciatori Umberto Calcagno riguardo la decisione del Consiglio Federale che consentirebbe alle società di iscriversi al prossimo campionato con vincolo di pagamento del solo mese di Maggio. Pensiero ribadito anche da Damiano Tommasi, presidente dell’AIC, che ha tenuto a precisare come i calciatori si siano allenati anche durante il lockdown e che quindi meritino il pagamento di tutte le mensilità. La situazione risultava chiara già nelle giornate passate quando è diventata pubblica la notizia che molti club di A tra cui la Lazio non avrebbero pagato gli stipendi a staff e calciatori dall’inizio dello stop. Nelle ultime ore il presidente dei biancocelesti Claudio Lotito ha anche avuto un dialogo con la squadra, non arrivando però ad un accordo economico tra le parti. Situazione opposta invece in casa Lecce, dove l’intesa tra società e tesserati è stata raggiunta senza troppi intoppi tramite la rimozione della mensilità di Marzo che è stata tramutata in eventuale premio promozione. Una soluzione piuttosto ragionevole che potrebbe essere varata anche dagli altri club di A. Nella pratica, il non pagamento della mensilità di marzo consentirebbe alle società di finanziare nell’immediato il protocollo medico alquanto oneroso, ma allo stesso tempo non andrebbe a penalizzare i calciatori che raggiungendo l’obiettivo stagionale percepirebbero tutto il proprio stipendio. Uno stimolo in più per i giocatori ma certamente anche un aiuto a tutti i club alle prese con la crisi economica dovuta all’emergenza COVID.
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