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L’ultimo turno di Champions League ormai archiviato ci ha lasciato un responso a dir poco sorprendente: no, non stiamo parlando della caduta dell’Inter contro il Barcellona, nè tantomeno della vittoria del Napoli che difatto chiude definitivamente il capitolo Ancelotti. La favola di quest’edizione è indubbiamente l’Atalanta. Una vera e propria impresa quella dei nerazzurri che per la prima volta nella propria storia si qualificano agli ottavi di Champions contro ogni pronostico, dopo un inizio shock. Per chi segue la Serie A i bergamaschi non sono più una sorpresa in quanto già da un paio di anni prendono a spallate chiunque, imponendosi come rivali anche delle più grandi e meritando pienamente il piazzamento nelle parti alte della classifica. Il percorso dell’Atalanta peró non è stato per nulla scontato, anzi. È necessario fare un passo indietro nel tempo, precisamente di 9 anni. Nel 2010 infatti è arrivata l’inevitabile retrocessione in B. Poteva essere l’inizio della fine, ma invece è stato il punto di svolta; Antonio Percassi durante l’estate diventa presidente con un progetto chiaro che lo riporta subito nella massima serie dominando il campionato successivo. Questo è solo il preludio, la base dell’Atalanta come la conosciamo adesso. I bergamaschi procedono in punta di piedi: 12esimo, 15esimo, 13esimo posto. Poi l’esplosione nella stagione 2016-2017 con Gasperini alla guida della squadra: quarto posto ed Europa conquistata. Nel calcio nulla è casuale. Dietro a tanti anni a metà classifica c’è un lavoro incredibile condotto dalla società che ha investito tantissimo sul settore giovanile, penalizzando magari il presente ma dando una spinta ad un futuro che si è rivelato più vicino delle aspettative. Infatti l’Atalanta oltre a conquistare un piazzamento assolutamente invidiabile ha presentato al nostro calcio tantissimi talenti italiani che hanno trovato spazio anche nella nazionale maggiore: Cristante, Orsolini, Conti, Caldara, Petagna, Spinazzola, Bastoni. Necessario continuare? E il progetto non si è fermato qui: tutti i guadagni extra campo sono stati reinvestiti immediatamente sul mercato con acquisti silenziosi che in un contesto unito come quello creato da Gasperini hanno trovato la massima espressione. L’esempio più eclatante è Duvan Zapata (bomber ora fermo ai box per infortunio), ma le grandi d’Europa hanno già l’occhio puntato su Hans Hateboer e Timothy Castagne, esterni di spinta ed elementi imprescindibili del 3-5-2 bergamasco. Il futuro atalantino ora è più che roseo e questo può solo far sorridere il calcio italiano che in un momento di crisi a livello europeo ha scoperto una nuova potenza da non sottovalutare. Quest’impresa può essere vista anche in un’altra chiave, come una strada che conduce ad un’idea di calcio molto romantica già fatta vedere in Inghilterra dal Leicester. L’Atalanta che dalle ceneri crea un impero deve essere fonte di ispirazione per tantissimi club che militano in A da anni senza mai grandi risultati, ma anche per il Lecce stesso, che ora è nel pieno corso di un importantissimo progetto iniziato 2 anni fa in Serie C che si sta dimostrando all’altezza anche nella massima serie. I risultati non cadono dal cielo, sono frutto di lavoro e sacrificio, e proprio questo è l’identikit perfetto della società giallorossa che nelle ultime stagioni ha sempre centrato il suo obiettivo. L’Atalanta ce l’ha fatta, perchè non crederci?
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