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Vogliamo fare un paio di premesse prima di scrivere questo pezzo: 1) noi non facciamo e non faremo mai parte di quella schiera di persone che si “accontenta” di giocare contro il Napoli in serie A e riesce a giustificare a cuor leggero una sconfitta perchè gli avversari sono più forti; 2) il nostro commento che leggerete di seguito si riferisce a questa partita, non ad altre. Siamo dell'idea che tutte le partite, anche quelle che sembrano proibitive, anche quelle che precedono le fatidiche “3 partite in 7 giorni”, si debbano giocare sempre con la migliore formazione possibile. Senza “inventare” niente. Perchè? Perchè può succedere che si perda malamente la prima senza che nessuno ti garantisca di poter vincere le altre. Discorsi già da noi affrontati, triti e ritriti. Liverani ha scelto una formazione inusuale, senza attaccanti. Tutte le prime punte messe a sua disposizione dall'U.S. Lecce erano sedute comodamente in panchina: La Mantia, Lapadula e Babacar. Probabilmente il tecnico dei salentini ha pensato di non dare punti di riferimento ai forti difensori centrali partenopei (che invece si sono fatta una bella risata) schierando Falco e Farias larghi con il compito di pungere di rimessa; peccato che pensando di non dare punti di riferimento agli ospiti, non riuscendoci, sia riuscito invece a toglierli ai suoi ragazzi che hanno dato l'impressione di non avere mai l'opportunità di variare le “uscite” commettendo tantissimi errori tecnici proprio perchè privi di un punto di riferimento. Ne è venuto fuori che un Napoli a “basso ritmo” sia riuscito senza affanni a pressare alto, impedendo, tranne che per una ventina di minuti iniziali, al Lecce di sviluppare gioco. Anzi il Lecce riusciva tranquillamente da solo a non svilupparlo, anche quando gli avversari non pressavano. La partita è scivolata via tra rimpalli vinti dagli ospiti, con conseguente gol di vantaggio ed è proseguita con il rigore concesso, parato da Gabriel e poi fatto ribattere da un più che pignolo direttore di gara. 0-2 e reazione del Lecce non pervenuta. Ci si aspettava che la squadra a rapporto da Liverani nell'intervallo rientrasse in campo modificata sia nello spirito ma anche tatticamente. L'unico cambio effettuato dal tecnico è stato quello di Petriccione per Tachtsidis. Possibile che non si sia ancora accorto che al Lecce mancavano le punte? Poi lo 0-3 ha definitivamente spento ogni speranza. Accade però una cosa inaspettata, quella piccola scintilla agognata che poteva servire a ringalluzzire un po' gli animi dei giallorossi e dei tifosi. L'arbitro assegna un rigore al Lecce poi trasformato da Mancosu. L'aria si fa nuovamente “calda”, Liverani decide finalmente di fare entrare una punta: Lapadula. Ma toglie Falco (!). I minuti trascorrono ma al tecnico salentino di provare il tutto per tutto inserendo anche Babacar proprio non viene in mente. Anzi ad un certo punto effettua un cambio sostituendo Rispoli con Benzar. E' stata la resa, sia nella testa dell'allenatore che dei suoi uomini. Il Napoli ha segnato il quarto gol e la luce è definitivamente calata sul Via del Mare. La sconfitta contro un Napoli veramente forte ci sta, ci mancherebbe; consegnarsi agli avversari no. Ieri avevamo visto il Verona alle prese con la Juventus, tenuta sulle corde dagli scaligeri fino a pochi secondi dalla fine della partita. Questo per dire che non va bene pensare alla partita successiva, si deve pensare gara per gara. Anche da una sconfitta, se si gioca bene, possono arrivare indicazioni positive per il prosieguo del campionato. Liverani a nostro parere pur essendo un allenatore giovane e con poca esperienza è bravo, un predestinato. Lavora molto sulla tattica e si vede il giorno della gara; deve soltanto capire, una volta per tutte, che i risultati migliori da quando è a Lecce sono arrivati quando ha fatto scelte semplici, sostituzioni naturali e schieramenti logici.
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