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Julio Sergio, ex portiere che in Italia ha vestito le maglie di Roma e Lecce, è intervenuto all'interno del TMW News, parlando di Mondiale e Serie A: "Brasile? Può essere l'anno buono. Abbiamo il principale giocatore che è Neymar in un momento buonissimo e tanti altri che possono fare la differenza davanti. Penso che questo sia il Brasile più forte degli ultimi anni".

Spostandosi invece sulla Serie A, che idea si è fatto di questo inizio di stagione?
"Il Napoli gioca un calcio che un po' ho vissuto. Gli allenamenti di Spalletti, il ripetere le cose... Lui riesce a far esprimere sempre il meglio ai suoi giocatori e diventa semplice giocare quando si sa cosa fare. Forse ci si aspettava un po' di più dalla Juventus, ma ha avuto tanti infortuni. Non penso che sarà così fino alla fine, dopo il Mondiale ci sarà una ripresa più dura e più difficile per tutti. Sarà un campionato interessante nelle ultime giornate".

La sosta può essere dannosa per il Napoli?
"Dipende quello che succede nel Mondiale. È la prima volta che si gioca una Coppa del Mondo a dicembre, in un Paese diverso, caldo... Sono tutti esperti, ma la parte fisica conta tantissimo, il lavoro di recupero, il lavoro mentale per ripartire dopo la pausa, dopo Capodanno. Se il Napoli continuerà a questi livelli riuscirà a fare bene fino alla fine, però noi con Spalletti di solito soffrivamo i primi due mesi dopo la sosta di Natale. Vediamo come reagirà la sua squadra".

La Roma invece ha avuto qualche difficoltà di troppo. Se lo aspettava?
"Non me le aspettavo, ma ci vuole tempo nel calcio. Nessuno si aspettava un trofeo al primo anno di Mourinho, poi sono arrivati tanti giocatori... Non è semplice. Roma è una piazza difficile, ci vorrà ancora un anno per sistemare le cose in vista della prossima stagione, quando potremo vedere la Roma che vogliamo tutti, ovvero quella che lotta per lo scudetto".

Mourinho è l'uomo giusto per aprire un ciclo?
"È difficile dirlo. A me piace quello che sta facendo, ma ha il suo modo di allenare, il suo modo di giocare... Dove è andato ha vinto, non possiamo discutere su questo perché ci sono i numeri. Ha la personalità per lavorare nell'ambiente di Roma, che è una cosa importante, e quindi penso che sia stata la scelta giusta da parte della società e ciò è testimoniato dalla Conference League vinta. Speriamo che possa avere ancora il tempo per sistemare le cose e portare i giallorossi ancora più su".

Come mai con Dybala e senza Dybala la Roma non è la stessa?
"Il calcio italiano è uno dei più difficili del mondo. Tatticamente ci sono squadre, anche piccole, che ti mettono sempre in difficoltà. La Roma non è riuscita a trovare il gioco giusto, il tempo giusto per fare le cose, ma è normale dopo un anno come quello passato. Ripeto, ci vuole tempo per fare le cose e ci sono tanti esempi che posso citare. Klopp non ha vinto niente e poi ha alzato la Champions, Ferguson al Manchester United non ha vinto subito e poi ha fatto tutto quello che ha fatto... Il tempo ci vuole per trasformare una squadra di grandi giocatori, forti individualmente, in una vera squadra di calcio. C'è bisogno di allenamento, di sistemare tante cose anche fuori dal campo. È tutto naturale, la Roma si sta trasformando in una squadra vincente, anche grazie alla mentalità della proprietà, che ha fatto di tutto per permettere alla Roma, non solo di vincere lo scudetto, ma anche di arrivare in Champions tutti gli anni. Non ci vuole fretta per fare una cosa solida, che rimane nel tempo".

L'ha stupita l'ambientamento così rapido da parte di Dybala?
"No, i grandi giocatori riescono a fare queste cose. Ha tanta qualità ed è stato voluto da tutti: società, allenatore e tifosi. Quando è così è tutto più facile e poi ha grandi giocatori che giocano al suo fianco come Zaniolo, Abraham... Basta giocare a calcio e questo lui lo sa fare".

Si è dato una spiegazione al perché la Roma fatichi così tanto a trovare il gol?
"Oggi nel calcio tutti devono fare tutto: difendere, attaccare, creare... Non è detto che debbano risolvere le cose gli attaccanti con un gol, sono i più vicini alla porta, però è più un gioco di squadra. Quando le cose non vanno bene in un reparto, la squadra non gira come dovrebbe girare. Mourinho sa come cambiare le cose, magari riesce a farlo in fretta, magari avrà bisogno di un po' più di tempo. Questo dipende dai calciatori che avrà a disposizione e anche dagli avversari. Se la Roma prenderà la strada giusta nelle prime due o tre gare dopo la sosta sicuramente disputerà un finale di stagione bellissimo".

Il Lecce può salvarsi oppure la Serie A è troppo difficile per loro?
"La Serie A è troppo difficile, ma non per il Lecce, per tutti. Quella è una piazza bellissima, però c'è un mondo di differenza tra le big e le piccole. Non ho visto tutte le partite, ma quello che ho visto non mi è piaciuto. Sarà dura, durissima, ma se riescono a ripetere due, tre cose che già hanno fatto possono salvarsi".

In porta invece chi è che più le piace come portiere?
"Szczesny è sempre un grande portiere, poi mi piaceva molto Handanovic, ma ormai non gioca più con continuità. Rui Patricio è un portiere buono, non commette tanti sbagli e, malgrado tutti facciano errori, essere regolare è la cosa più importante. Ci sono due o tre giovani che stanno facendo bene, ma non so a che livelli possano arrivare. È difficile giudicare dopo che sono passati portieri come Alisson, Buffon, che sono dei fuoriclasse. Serve aspettare due, tre anni per vedere che portieri vengono fuori, anche per l'Italia. C'è Donnarumma, ma pure altri che possono arrivare a certi livelli molto interessanti".

Donnarumma è intoccabile o portieri come Vicario e Meret possono insidiarlo in futuro per essere titolari nell'Italia?
"Intoccabile no, però è un portiere che ha già tanta esperienza, malgrado sia giovane, e gioca in una grandissima squadra, mentre questi sono portieri che devono dimostrare di poter arrivare a certi livelli. Non riesco a vedere tutte le partite, ma quello che ho visto mi è piaciuto. Anche le big si stanno muovendo per portare questi portieri a fare esperienza e dopo renderli titolari. Vediamo, speriamo che il tempo ci dia le risposte che cerchiamo".

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