header logo

Nel corso dell'evento SportLab a San Vito dei Normanni, relativo alla premiazione degli sportivi più meritevoli del territorio, il responsabile dell'area tecnica Pantaleo Corvino ha raccontato pubblicamente dei retroscena sulla sua carriera da uomo mercato. Alcuni passaggi sono stati riportati dal Nuovo Quotidiano di Puglia.

La prima plusvalenza: un giocatore che veniva dal San Vito dei Normanni. Erano gli anni Ottanta quando Corvino prelevò Sergio Argentieri e lo portò allo Scorrano, squadra di cui era direttore sportivo.
“Il calciomercato dei dilettanti quell'anno si svolgeva a Galatina, così ho insistito a lungo con il San Vito per averlo e dopo tre giorni me l'hanno dato. Lo pagai 5 milioni di lire,  dopo un anno l'ho rivenduto all'Ostuni per 15 milioni. Senza quell'affare non ci sarebbero stati tutti gli altri”.

Col Lecce aveva preso Berbatov, che poi andò al Tottenham e fu venduto al Manchester United per 42 milioni di euro. Un rimpianto: 
“Era tutto fatto, lui era in un hotel di Milano e io mi dovetti spostare a Brescia per risolvere un problema con un altro calciatore. Doveva solo firmare. Quando tornai non c'era né Berbatov e né il contratto”.

La partita a cui è più legato. 
“Ultima giornata di campionato, in Serie A, con la Fiorentina giochiamo a Torino e dobbiamo vincere per andare in Champions. Nel finale, siamo in parità ed entra Osvaldo. L'avevo voluto io a Firenze e prima di farlo entrare gli dissi: ‘Dimostrami chi sei e dimostrami che non ho sbagliato su di te’. Segnò in rovesciata e andammo in Champions League”.

In un calciomercato sempre più digitale cita un vecchio detto: 
“Per comprare la stoffa, voglio toccarla con mano”. 
Quando prende un calciatore, lo va a vedere dal vivo prima di prendere una decisione. Il tutto con il supporto di Stefano Trinchera, “fondamentale per il mio lavoro”.

Ciro e Michele, eroi senza tempo
Frosinone-Lecce 3-1: Abisso choc. Tesoro: "Non arbitri più il Lecce"

💬 Commenti