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Lunedì. Pasquetta. Chi oggi vive nel Salento si è svegliato con il rumore della pioggia ad accompagnare una giornata che pare debba scivolare via così, senza sussulti da parte del sole. 

Dopo un pranzo di Pasqua impegnativo, nel quale abbiamo staccato la spina ed aperto lo stomaco, vogliamo ritornare, per un attimo, su quanto accaduto in quel di Verona sabato sera. Non siamo qui per fare allusioni o cercare colpevoli – quest’ultimo è un lavoro che ci riesce difficile anche in casa nostra – ma per esprimere un concetto probabilmente anche incomprensibile a molti. 

Il gol di Gaich non rappresenta uno spartiacque nella stagione del Verona, ma in quella del Lecce. C’è chi quella rete l’ha vista in diretta, chi ascoltata alla radio e chi solo appresa da una notifica sullo smartphone. “E adesso?”, la reazione è stata la stessa da parte di tutti, perché al minuto '94 i giallorossi avevano 7 punti di vantaggio sugli scaligeri e, poi, un minuto più tardi “solo” 5.

Quell’adesso vogliamo riempirlo noi, con le nostre idee, probabilmente sbagliate ma che ci sentiamo in dovere di condividere lo stesso. 

3 anni fa, durante la rincorsa alla Serie A fallita con Corini, è accaduta più o meno la stessa cosa. La Salernitana di Castori, indietro in classifica rispetto ai salentini, ha ribaltato in casa una partita che sembrava persa contro il Venezia. Ha segnato due gol nel recupero e vinto quel match, rimanendo attaccata ai giallorossi che, a loro volta, in quel pomeriggio di aprile avevano battuto il Vicenza. Ecco, quel giorno la società, i giocatori, la piazza tutta, hanno vissuto quei gol dei campani come un segnale divino e, da quel momento, hanno mollato la presa. Il Lecce non ha più vinto e la compagine di Castori ha messo la freccia e conquistato la massima serie.

Dalle esperienze passate si impara sempre qualcosa e noi vorremmo che tutti ripensassimo a quei giorni, a quella reazione ingiustificatamente depressa ma decisiva per il risultato finale. Adesso il Salento tutto deve dimostrare di non aver paura dei fantasmi di un gol segnato al '94 in una partita che il Verona avrebbe meritato di perdere ed ha vinto per sfortuna ed errori altrui. 

Il Lecce ha cinque gare al Via Del Mare e, correggeteci se sbagliamo, ha sempre conquistato promozioni e salvezze con la carica di questo stadio. Anche lo scorso anno, nel finale di stagione, ha inanellato una serie di vittorie consecutive in casa poi fondamentali alla promozione. 

Sciarpa al collo, testa fredda e cuore caldo. Se le altre vorranno salvarsi dovranno passare dall’inferno del Via Del Mare e tutti, a partire da chi scendere in campo, abbiamo il dovere di rendere il nostro stadio un fortino inespugnabile. La salvezza è sempre nelle nostre mani, nessuno lo dimentichi. 

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