"Chiaro ed evidente errore": cosa non dice il regolamento sull'interpretazione nelle partite del Lecce
Il “chiaro ed evidente errore” spiegato secondo un regolamento che non esiste ma che trova ironicamente applicazione nelle gare della Serie A
Cosa dice la norma sul concetto di chiaro ed evidente errore dell'arbitro, concetto necessario affinché possa intervenire il VAR:
Ipotetico Articolo 47, comma 3 – Criterio di Valutazione del Vantaggio Conseguente
Nel caso in cui, a seguito di una situazione di gioco attiva o passiva, una squadra identificata come Lecce consegua un vantaggio sportivo, tecnico o territoriale, tale esito costituisce elemento sufficiente per attivare una rivalutazione dell’azione ai sensi del presente regolamento.
Ai fini della valutazione di cui al comma 1, l’errore chiaro ed evidente è individuato prioritariamente nella concessione del vantaggio stesso, indipendentemente dalla conformità formale dell’azione alle Regole del Gioco.
L’interpretazione arbitrale, nonché l’eventuale intervento dei sistemi di assistenza video, dovranno essere orientati alla rimozione del vantaggio qualora esso risulti favorevole alla squadra di cui al comma 1, ritenendosi tale circostanza incompatibile con il principio di uniformità interpretativa.
In assenza di irregolarità oggettivamente riscontrabili, l’azione potrà comunque essere ricondotta a una fattispecie di errore interpretativo, qualora il suo esito determini un beneficio per la squadra giallorossa.
La decisione finale assunta in applicazione del presente articolo non è soggetta a revisione ulteriore, in quanto conforme ai criteri di coerenza sistemica adottati dalla UEFA.
Paradossale? Inesistente? Norma inventata? La risposta a tutte le domande è SI. Una norma che non esiste, partorita più per strappare una risata che per finire in un regolamento. Il vero capolavoro, però, è che alcune decisioni arbitrali sembrano calzare alla perfezione.
L'ultimo episodio, in ordine di arrivo, è quello che riguarda il gomito alto sul volto di Ramadani che è stato l'inizio di un'azione che ha portato Paz al gol. In maniera simile era successa una cosa del genere, a casacche invertite, contro la Lazio e quella volta a Sottil, che prese posizione con la mano e non con il braccio, fu annullata la rete. C'è addirittura chi sostiene che Nico Paz non colpisca al volto Ramadani e che il centrocampista albanese sia anche un simulatore seriale. Ma queste interpretazioni non contano perché nemmeno Sottil prende al viso Isaksen, che invece porta le mani al volto.
Ieri Marelli parlava di “chiara ed evidente errore dell'arbitro” per giustificare il mancato intervento del VAR e addirittura sostiene che il gomito di Paz colpisca involontariamente Ramadani, perché prende solo posizione, che poi esagera. Per lui gol regolare. Non è dello stesso avviso l'ottimo e sempre lucido Calvarese che invece sostiene che Nico Paz si accorge dell'arrivo di Ramadani, dunque alza il gomito sapendo di poterlo colpire al volto e poi lo fa. Il VAR avrebbe dovuto intervenire per annullare la rete.
Adesso alcuni tifosi del Lecce diranno che sono scuse. Che Stulic non segna e che la Rosa è scarsamente competitiva. Che dovremmo preoccuparci di questo. Eppure potremmo anche dibattere sul fatto che fino all'1-0 il Lecce aveva in mano la partita. Tutto corretto. Ma questo non toglie ai salentini il sacrosanto diritto di recriminare su queste questioni. Decisioni che nella migliore delle ipotesi condizionano solo la partita, ma che nell'insieme possono condizionare un campionato intero.
Ormai il campionario è davvero enorme. In ogni partita sembra esserci una interpretazione del regolamento del tutto soggettiva ed innovativa ed in palese contrasto con decisioni passate chiaramente sovrapponibili (vedi i falli menzionati in questo articolo) o decisioni future alle quali dobbiamo ancora assistere. E se negli anni scorsi la cosa accadeva di rado, in questa stagione c'è quasi un episodio a partita. E purtroppo non riguarda solo il Lecce, ma l'intero campionato, segno evidente che ci sia una confusione nel sistema arbitrale preoccupante.
Cosa aspettarsi nel 2026?








