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“Lukaku, Lukaku, Lukaku, Roma 2 Lecce 1”. Mentre i telecronisti urlavano il nome dell’attaccante belga dopo il suo gol, noi siamo rimasti immobili. A casa, nel settore ospiti dell’Olimpico e perfino in tribuna stampa. Impantanati nei pensieri e sommersi dai rimpianti. Non giocavamo di certo noi, non eravamo in campo, eppure quella sensazione di frustrazione l’abbiamo sentita addosso ed assorbita come se avessimo davvero vissuto il boato dell’Olimpico da dentro il terreno di gioco.

Ci siamo detti che “sono cose che capitano”, che abbiamo fatto una grande partita e che bisogna ripartire dalla prestazione. Fandonie. Si, scuse ed alibi per nascondere quel senso di disprezzo che da domenica sera respiriamo nei confronti di questo benedetto e, allo stesso tempo, maledetto gioco chiamato calcio. Per un attimo ci siamo persino sentiti solidali con i tifosi del Bari che, per sfortuna loro, al minuto 94 non hanno perso solo una partita in mezzo al campionato ma addirittura una finale play off per andare in Serie A, in casa, davanti a 60 mila spettatori.

Non divaghiamo però. Da lunedì abbiamo riempito la settimana di cose da fare. Più del solito. Quasi a non voler pensare a quella amara sconfitta di Roma. L’obiettivo è sabato e sabato sta arrivando, sempre più velocemente.

Nei giocatori vorremmo vedere la rabbia che abbiamo provato al fischio finale. L’amarezza che respiriamo da quando il pallone scagliato in porta da Lukaku ha gonfiato la rete e fatto esplodere un Olimpico stracolmo. Non ci passa, non ci passerà ma è necessario andare avanti. Sulla nostra strada il Milan, una partita sulla carta proibitiva contro un avversario che, solo martedì sera, ha battuto in casa il Paris Saint Germain di Mbappè, non proprio l’ultimo arrivato.

Sabato chiediamo impegno e voglia. Desideriamo un Via Del Mare carico e giallorosso, sebbene siamo consapevoli che tanti milanisti occuperanno le tribune per vedere i loro idoli. Per una volta non importerà solo la prestazione ma anche il risultato. Vogliamo vincere, sì vincere contro il Milan ci restituirebbe quanto perso domenica e farebbe vivere una sosta serena. 

Provarci è un obbligo, al di là della forza dell’avversario. Il Lecce deve giocare da Lecce per tutti i 100 minuti di gioco. Senza amnesie, senza sbavature o distrazioni. La rabbia della sua gente farà il resto. 

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