Come il caso Lookman fa al caso del Lecce
Il caso Lookman non deve stupire il tifoso salentino: tutte le cessioni forzate della società giallorossa e il destino di un mercato già scritto.
L'undicesima giornata di Serie A si è conclusa, entriamo nell'ultima sosta per le nazionali del 2025 con non pochi temi da discutere lasciati sui campi di gioco.
Le italiane impegnate nei campi esteri hanno fatto fatica in campionato dopo il ritorno in patria a causa di partite dispendiose sul piano fisico e tattico, e non solo.
E' calda in queste ore la pista che potrebbe portare al probabile esonero di Ivan Juric sulla panchina dell'Atalanta dopo il pesante ko incassato in casa contro il Sassuolo.
La sua posizione però, era già in bilico dopo l'ultima trasferta europea. Analizziamo.
Atalanta: il caso Lookman-Juric
In particolare, ha dato nell'occhio dello spettatore l'episodio controverso avvenuto al 75' minuto della sfida di Champions League, mercoledì sera al Vélodrome, contro l'Olympique Marsiglia di De Zerbi. Il tecnico croato, con il risultato ancora fermo sullo 0-0, decide di sostituire Ademola Lookman per cercare di dare più gas alla partita.
Il talento nigeriano, prendendo la via della panchina e certamente non contento della decisione, rivolge qualche parola di troppo al suo allenatore che, platealmente davanti alle telecamere, lo strattona afferrandolo per un braccio, costringendo lo staff a intervenire.
La vittoria nel finale ha sicuramente aiutato a placare gli animi, portando Juric a definire l'episodio nel post gara come “fatti normali che accadono a caldo, risolti subito nello spogliatoio”.
Purtroppo per la Dea non si tratta di un momento unico e isolato: le tensioni tra il giocatore e la società sono iniziate già dopo la finale di Europa League vinta nel 2023, quando insistette per trasferirsi in Francia alla corte di Luis Enrique. Trasferimento poi negato dai dirigenti, così come quest'estate per quello che sembrava ormai fatto ai connazionali dell'Inter.
Le ragioni imposte dalla società sono state indiscutibilmente forti e nobili: nessun dirigente o procuratore obbliga un calciatore a firmare un contratto, e quando egli decide di farlo se ne assume tutte le responsabilità. Il fatto che Lookman abbia deciso di andare via è legittimo, ma d'altro canto non si può pretendere di costringere, addirittura arrivare a minacciare gli addetti ai lavori, di non rispettare i patti presi e firmati su carta, svalutando completamente il proprio prezzo di cartellino.
L'Atalanta, grazie al duro lavoro svolto negli ultimi anni, ha la forza di potersi opporre agli atteggiamenti provocatori dei calciatori, ma il farlo genera a sua volte delle inevitabili conseguenze: Lookman ha saltato tutta la preparazione estiva, in quanto messo fuori rosa, si è visto costretto a tornare in gruppo per potersi preparare al meglio per gli impegni personali, in Coppa d'Africa prima e ai Mondiali poi. Inoltre il suo valore di mercato è destinato a crollare: andando verso la scadenza del contratto, la dirigenza vedrà sfuggire dalle proprie casse un introito che, se fosse arrivato con un anno di anticipo, sarebbe stato plurimilionario e redditizio.
Tutto ciò perché gli interessi e la serietà di una società vengono prima di quelli di un calciatore. Ma cosa c'entra tutto questo con il Lecce?
Lecce: perché Lookman ha a che fare con i giallorossi
Il Lecce negli ultimi anni sta raggiungendo risultati storici: il quarto anno consecutivo in Serie A è il riflesso di un lavoro societario impeccabile se rapportato alla grandezza economica e sportiva molto ridotta rispetto alle avversarie di categoria e non.
La stessa società è stata però molto spesso vittima delle aspre critiche dei tifosi, che faticano a perdonare le scelte in chiave mercato: è difficile accettare la vendita dei giocatori migliori se a loro volta vengono rimpiazzati da scommesse a basso prezzo. Essa rappresenta una strategia di mercato che difficilmente porterà mai ad alzare il livello tecnico di una squadra per portarla a competere tra le grandi.
Diventare una big non può essere un obiettivo realizzabile per la squadra giallorossa.
Quando un calciatore decide di accasarsi in Salento ha scopi ben precisi: sfruttare il palcoscenico della Serie A, in una piazza senza troppe pressioni, per far vedere il suo valore e sperare di fare il salto di qualità tra le big d'Europa.
Il ché è del tutto legittimo: il calciatore è un professionista che gioca in primis per i propri interessi e che ha il bene della sua carriera al primo posto. Quando arrivano proposte contrattualmente migliori, non c'è fede che tenga e soprattutto società che si imponga.
Sono tanti i potenziali crack che hanno calpestato il prato del Via del Mare, che hanno raccolto l'amore dei tifosi e che, per motivazioni personali, hanno fatto le valigie.
Trasferimenti più delicati: Dorgu, Krstovic, Hjulmand
Ogni sessione di mercato vede un talento andare via: tra capitani, bomber e gioielli dal settore giovanile, i migliori giocatori del Lecce oggi puntano in grande.
La prima grande cessione è arrivata nel mercato estivo della stagione 23/24: dopo aver trascinato la squadra alla salvezza in una stagione da leader indiscusso, l'ex capitano Morten Hjulmand saluta per una cifra record attorno ai 20mln di euro. Nonostante il gigantesco legame affettivo creatosi, il mediano danese ormai "salentinizzato", chiese alla società la possibilità di liberarlo per avere la possibilità di giocare in una grande d'Europa. Allo Sporting ora è il protagonista assoluto della squadra, dopo due campionati nazionali vinti da capitano, è seguito dall'élite del calcio mondiale.
La più grande cessione nella storia del club corrisponde anche a quella che generò il più grande dibattito interno: l'offerta recapitata dal Manchester United a gennaio 2025 per acquistare Patrick Dorgu mise in seria difficoltà l'ambiente. Presidente e area tecnica cercarono fino all'ultimo di imporre la propria volontà di trattenere il giocatore, in quanto elemento fondamentale per raggiungere l'obiettivo salvezza. Una piccola realtà però, davanti a una cifra monstre offerta da uno dei più grandi club del mondo, non può opporsi, specie se a spingere in direzione della conclusione dell'affare è il calciatore stesso, giustamente lusingato dalle nobili sirene inglesi.
Nikola Krstovic è solo l'ultimo di una lunga serie: la chiamata a sostituire il capocannoniere uscente della Serie A a Bergamo è un vanto di cui pochi attaccanti possono godere. Inoltre, il palcoscenico della Champions League è un'opportunità unica per farsi vedere nel mondo, e non c'è società o amore per la propria ex squadra che superi le ambizioni personali.
Il futuro del mercato
Il tifoso salentino, ogni anno dopo le prime giornate, sa già a quali giocatori dovrà dire addio alla fine della stagione: talento e classe sono parametri ricercati tra le grandi, in particolare se lo si trova nei giovani.
Le grandi prestazioni di Berisha e Tiago Gabriel hanno fatto già parlare di sé, gli occhi sono puntati e le prime offerte non tarderanno ad arrivare.
La società ha dimostrato di saper valorizzare i propri talenti e di saperli sostituire in modo opportuno, comprando sostituti che permetteranno a loro volta di generare plusvalenze e aiutare l'intero progetto Lecce a crescere e trovare spazio tra i migliori.






