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Il Lecce ha presentato Gianluca Lapadula, attaccante proveniente dal Genoa, acquistato in prestito con diritto di riscatto. Classe 1990, l'ormai ex genoano arriva nel Salento col proposito di rilanciarsi dopo una stagione passata più in panchina che in campo, come testimoniano le appena 9 presenze (con 2 gol segnati) racimolate nell'ultimo campionato in rossoblù.

Come collocare il neoacquisto giallorosso all'interno dello scacchiere tattico che il tecnico Liverani sta cerando di plasmare in vista dell'inizio di questa stagione? Dotato di buona mobilità, Lapadula ha le caratteristiche per giocare sia da prima che da seconda punta. Ed è probabilmente in quest'ultima posizione che Liverani lo proverà.

Infatti, il 29enne torinese non ha un particolare feeling con la rete, avendo registrato il suo massimo bottino personale nella massima serie (8 reti) con la maglia del Milan nella stagione 2016/17 e potrebbe quindi risultare più utile come apri spazi per i compagni.

In questo senso, Lapadula potrebbe muoversi negli ultimi trenta metri di campo cercando di collaborare con la catena (destra o sinistra) costituita da attaccante, interno di centrocampo e terzino di parte all'interno del 4-3-1-2 di Liverani.

Mancino, Lapadula potrebbe quindi essere schierato sia come attaccante di sinistra che di destra col compito quindi di muoversi all'interno del proprio mezzo spazio per collaborare con la sua catena e con Mancosu nello sviluppo della manovra giallorossa nell'ultimo terzo di campo.

Detto questo, per diventare un giocatore associativo (vale a dire in grado di collegare il gioco fra centrocampo e attacco) il nuovo attaccante leccese dovrà comunque migliorare sia a livello di precisione dei passaggi (appena 66.2% nello scorso torneo) sia per quanto riguarda la capacità di produrre passaggi chiave (0.91), vale a dire quei passaggi dai quali poi scaturiscono conclusioni a rete.

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