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Un solo errore ma pagato a caro prezzo. Alla fine è questa la sostanza di Lecce-Benevento, partita difficile da ambo le parti, tra due squadre che si equivalgono come capacità tecniche, un po' di meno sotto l'aspetto della manovra. Il Lecce lì è superiore, non di molto certamente, ma l'idea di gioco che ha la squadra giallorossa è facilmente riconoscibile e questo perchè ha un allenatore che la insegna giorno dopo giorno. L'idea di gioco degli avversari, dopo un intero girone di andata, ancora non s'è capita bene. Il risultato di parità sta un po' stretto al Lecce, se non altro per la capacità di avere quasi sempre il pallino della gara tra le mani, sia nel primo che nel secondo tempo, lasciando agli ospiti le briciole, sotto forma di contropiede. Proprio da uno di questi rarissimi casi è giunto il gol del pareggio. Sembra strano ma è così: paradossalmente il Lecce ha subito in contropiede il gol di Coda mentre era avanti nel punteggio. Invece di sfruttare gli spazi dopo essere passato in vantaggio, com'è fisiologico che debba essere, ha lasciato campo aperto al Benevento subendo il pari. Succede, ma non dovrebbe. Liverani ha preparato bene la sfida ed anche le sostituzioni a partita in corso sono apparse logiche ma non si può vincere sempre. Tachtsidis ha lasciato intravedere le sue enormi potenzialità: fisicamente è devastante, gioca di prima ma gli manca il ritmo partita a tutto tondo. Cioè non solo la durata nei novanta minuti ma proprio il “ritmo”, quella verve che ti consente di arrivare prima, di non farti rubare la palla improvvisamente, quelle piccole furbizie che ogni calciatore professionista ha nel suo bagaglio; ma il greco non calcava un campo da gioco da troppo tempo, quindi deve impadronirsi nuovamente di tutte le caratteristiche proprie del suo ruolo. Non crediamo che ci vorrà troppo tempo. Il Lecce, schierato al completo, ha attaccato da ambo le fasce, più da sinistra con un Calderoni instancabile ma anche da destra con un ritrovato Fiamozzi. Mancosu si è nuovamente sbloccato, ha esultato come se avesse vinto la “Champions”, segno questo che ha patito troppo e senza motivo le pressioni che gli sono calate addosso da oltre due mesi. Qualcuno dovrà farsi l'esame di coscienza: questi non è il calciatore, né il Lecce, né tantomeno il Cagliari; mettere in giro “urbi et orbi” voci frutto del “nulla cosmico” non ha fatto bene al ragazzo, del quale apprezziamo sia l'onestà intellettuale che la sensibilità. Il girone di ritorno è iniziato con lo stesso risultato di quello di andata, il Benevento non porta bene al Lecce. Lì si vinceva 0-3 a mezz'ora dalla fine della partita ed il Lecce si è fatto raggiungere, qui nonostante il vantaggio e la mole di gioco espressa è accaduta la stessa cosa. Che le streghe esistano davvero?
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