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È tornato Baroni e con lui il Lecce. Dopo un mese di prestazioni timorose che hanno visto una netta "involuzione" nella crescita possibile della squadra, finalmente abbiamo ritrovato la spensieratezza unita alla concentrazione, la pressione alta e feroce che non ha intaccato l'equilibrio in campo. 

Insomma abbiamo ritrovato, come per incanto, il Lecce targato Baroni che tanto ci è sempre piaciuto. Di quest'atteggiamento, chiaramente, se ne sono giovati gli interpreti, alcuni più di altri, senza dubbio, ma non si può volere tutto e la perfezione non esiste. Questo si è un percorso volitivo, che si era smarrito, con il quale il piccolo Lecce se la può giocare contro chiunque e può inseguire il suo sogno fino alla fine. 

Sin dalla conferenza pre partita avevamo visto il tecnico giallorosso più consapevole, tranquillo ma "cazzuto" che aveva dichiarato di aver capito quali fossero i problemi della squadra. Coinvolgimento di più giocatori nella fase offensiva, baricentro più alto e sfrontatezza senza perdere la solidità difensiva. Eravamo fiduciosi dopo averlo ascoltato, speravamo che fosse riuscito a trasmette le sue convinzioni e la giusta carica alla squadra. Dopo un minuto di Udinese-Lecce ne abbiamo avuto la conferma.

Il palo colpito da Strefezza trema ancora. Ha un po' "sparigliato" il tecnico giallorosso dando fiducia ad Umtiti (sontuoso), riproponendo Blin (insostituibile) e lanciando dal primo minuto Colombo (commovente). Per non parlare delle prestazioni incredibili di Gallo e Gonzalez.  L'Udinese e Sottil non si aspettavano un Lecce così spavaldo ed hanno pagato dazio; devono ringraziare la sfortuna dei salentini che ha permesso loro di salvarsi sui due pali colpiti ed anche l'infortunio subito da Umtiti che ha dovuto lasciare il campo ad un Dermaku non in perfetto stato, che a sua volta ha dovuto alzare bandiera bianca, lasciando la squadra in dieci uomini. 

In tutto ciò è anche vero che i giallorossi a metà del secondo tempo hanno accusato un momento di flessione, forse fisiologica, così come è vero che i subentranti, immessi da Baroni, non sono riusciti ad incidere così come avrebbero voluto e come il tecnico giallorosso sperava. Si può migliorare anche in questi aspetti, cercando di affrontare le due partite rimaste prima della lunga sosta con questo stesso spirito, perché non ci stancheremo mai di dirlo e di scriverlo: quello che fa la differenza in serie A, quando sei una piccola matricola, è l'atteggiamento. 

Mercoledì al Via del Mare arriva l'Atalanta, altra squadra fortissima che si deve affrontare senza paura, con grande convinzione. È questa la strada.

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