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Roberto De Zerbi, ex allenatore tra le altre di Foggia e Sassuolo, ha rilasciato alcune dichiarazioni a RadioDeejay raccontando il terrore che stanno vivendo in Ucraina.

Ecco di seguito le sue parole

"Mercoledì notte abbiamo sentito cadere le bombe, ma anche stanotte. Ci tranquillizzano dicendo che ai civili non succede niente. O meglio, che ai civili stranieri non dovrebbe succedere niente. Ma nessuno si è mai trovato in questa situazione. Siamo rimasti solo noi in hotel, io e i giocatori brasiliani. 
Non c’è nessuno del club. 

Io mi attacco ai valori che mi ha dato mio padre, quindi sto con i ragazzi più giovani per far vedere che ci siamo. Per me è una cosa giusta. Non so se questo ci faccia stare bene, abbiamo paura. Ma non possiamo permetterci di mettere la paura davanti alla vita.
 

Sono preoccupato da morire per i giocatori ucraini. Qualcuno è da solo, qualcuno può essere chiamato alle armi, anche ragazzi di 18/20 anni. Noi torneremo nel loro Paese, loro saranno comunque in mezzo ai guai.

 La cosa che mi fa diventare pazzo è non poterli aiutare in nessun modo. Chi non sa di calcio, di un gruppo, di cosa voglia dire la responsabilità magari mi prende per c…, ma a me dispiace vedere così i miei ragazzi".

Nessuno può uscire dal Paese e i giocatori ucraini rischiano di dover a combattere una guerra senza aver mai prima d'ora impugnato un fucilale. La situazione è drammatica ed anche le parole di De Zerbi lo testimoniano. 

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