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di Carlo Legittimo 

Sono passati appena due giorni dalla cocente sconfitta di Cremona ed ancora è tanta la rabbia e la delusione che nemmeno la notte ha saputo placare. 

Se per me però l’amarezza è stata grande dopo aver visto la partita dal divano di casa, mi sono chiesto come potessero stare i colorati e numerosi tifosi del Lecce che affollavano il settore ospiti dello Zini, tornati dopo più di un anno ad incitare i propri giocatori. 

Fare una trasferta è faticoso, anche per chi vive al nord e come in questo caso ha dovuto fare pochi chilometri. Soldi investiti,  tempo sottratto alla famiglia, ore passate al caldo o al freddo e pericoli dappertutto. Tutto questo viene ripagato ampiamente da una vittoria o comunque da un risultato utile su campi difficili. Dopo una bruciante sconfitta però, soprattutto alla prima di campionato quando le aspettative di ogni tifoso sono altissime, cosa succede? Il mondo ti cade addosso e tutte queste difficoltà e sacrifici pesano il doppio. La rabbia e lo scoramento li porti via con te, sulla strada del ritorno, fino a casa e non ti lasceranno per tutta la settimana. E’ così di solito  per tutti i tifosi del Lecce, ma per chi ha fatto questi sacrifici lo è di più, molto di più. 

Una cosa mi sento di dire a quei circa 200 che erano allo stadio domenica e che sicuramente leggeranno quest'articolo: il lecce siete soprattutto voi. Aver dimostrato a chi era a casa, che anche il semplice tifoso può far sentire il calore alla squadra, riempie di orgoglio tutti e vi ripaga, anche se solo in parte, del sacrificio di giornata. 

Una cosa invece vorrei dire ai ragazzi che vestono la gloriosa maglia giallorossa,  anch’essi tornati affranti a casa e che probabilmente non leggeranno mai quest’articolo: siate degni di ogni tifoso voi che scendete in campo. Il tempo per rifarsi e vincere c’è tutto e anche quello per gioire ed esultare, sulle gradinate, in giro per l’Italia.

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