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I tifosi del Lecce, subito dopo la conferenza di Sticchi Damiani al termine della stagione, sapevano già delle sorti di Joan Gonzalez: il centrocampista spagnolo prodotto del settore giovanile del Barcellona prima e del Lecce poi, deve dire addio al calcio per un problema al cuore riscontrato nell'estate della passata stagione, con lo spagnolo che ha effettuato altri accertamenti negli scorsi mesi, ma che non hanno evidenziato alcun miglioramento, costringendo così la società a non tesserare Gonzalez, e lo stesso calciatore al ritiro.

Le parole di SSD

Volevo tracciare con voi un bilancio di questa stagione prima di lasciare spazio alle domande. E' stata una stagione in cui abbiamo affrontato tante difficoltà, che tute insieme, in una sola annata è difficile vivere, uscendone con un risultato storico che entrerà negli annali di questo club. 

Una stagione iniziata con un primo grande ostacolo che è stata la brutta notizia di Joan Gonzalez che non ha superato le visite mediche e su questo vi posso dare un aggiornamento: non ha avuto l'idoneità temporanea, dopo un anno lo abbiamo richiamato per una visita e la situazione è rimasta identica quindi con grande dispiacere devo dirvi che Joan non avrà l'idoneità in modo definitivo e devo fare due considerazioni: un plauso al nostro staff medico ed al nostro cardiologo, il dottore Tondo, che hanno individuato una patologia di difficile verificabilità. 

Un caso di studio scoperto con grandissimo anticipo che ha salvato la vita del ragazzo, anche se ce lo ha tolto come giocatore perché non potrà più continuare a svolgere attività sportiva, ma sono in costante contatto con lui ed è sta svolgendo studi economici in Spagna. Diventerà un ottimo manager nel mondo della gestione aziendale. Quando ad un ragazzo di 22 anni accade questo, è uno sconvolgimento della propria vita. 

In questi minuti è arrivata una commovente lettera scritta dallo stesso Gonzalez sui propri profili social. Ecco le parole

 

Oggi è uno dei giorni più difficili, ma anche uno dei più significativi della mia vita, sia a livello personale che professionale. Dopo mesi di riflessione e momenti di incertezza, è arrivato il momento di comunicare che metto un punto finale alla mia carriera da calciatore.

Ricordo i giorni delle partite come se fossero ieri: il tocco dell’erba bagnata, le urla del pubblico, il suono secco del pallone quando colpisce lo scarpino, i nervi prima del fischio iniziale... Momenti che, ora, sento molto profondamente perché so che non torneranno. Ci sono stati giorni di stanchezza, di errori, di rabbia verso me stesso. Ma ci sono state anche risate, gol, abbracci, sguardi d’intesa con i compagni dopo una bella partita. Ricordo gli spogliatoi, i consigli dei più esperti, le battute, le conversazioni che possono nascere solo all’interno di una squadra. E ricordo, soprattutto, gli occhi della mia famiglia sugli spalti. E quel gesto indimenticabile di salutarli dopo la partita.

Tutto ciò che un tempo mi sembrava normale, oggi so che era speciale.

Ed è per questo che voglio dire grazie.

Grazie all’US Lecce e al suo presidente per avermi aperto le porte di un club meraviglioso. Grazie agli allenatori che hanno creduto in me, per le loro richieste, le loro parole e tutto ciò che mi hanno insegnato, dentro e fuori dal campo. Ai compagni, allo staff tecnico, ai lavoratori del club e ai tifosi: ho sentito il vostro supporto in ogni momento. Non siete solo spettatori, siete parte di questa storia che ho vissuto. Grazie per avermi fatto sentire parte di una vera famiglia.

Sono stato molto felice di vivere in questa città, che mi ha conquistato fin dal primo giorno. Le sue strade piene di storia, la sua luce, la sua gente così vicina e accogliente... Tutto mi ha fatto sentire come a casa. Grazie, Lecce, per ogni passeggiata tranquilla nel centro, per ogni saluto per strada, per ogni angolo che ormai fa parte di me. È stato un privilegio vivere qui. Lecce avrà sempre un posto molto speciale nel mio cuore.

Prosegue poi nei commenti

Voglio anche ringraziare profondamente il FC Barcelona, il Cornellà e il Sant Cugat, i club dove tutto è iniziato. Grazie per aver creduto in quel bambino pieno di sogni, per avermi insegnato i valori del lavoro, della disciplina e della costanza. È lì che ho mosso i primi passi nel mondo del calcio, circondato da persone che mi hanno accompagnato, guidato e creduto in me quando ne avevo più bisogno.

E alla mia famiglia… cosa posso dire? Grazie per essere stata presente in ogni passo, in ogni caduta e in ogni vittoria. Per il supporto costante, per aver creduto in me anche quando io stesso dubitavo.
Tutto ciò che ho raggiunto nel calcio lo devo anche a voi.

Oggi si chiude un capitolo immenso della mia vita. Lo faccio con nostalgia, sì, ma anche con serenità. Ho vissuto il mio sogno. Sono stato un calciatore. E questo lo porterò sempre con me.
Mi congedo dal campo da gioco, ma non dal calcio.

Questo sport fa parte di ciò che sono, di come vedo il mondo. E, in un modo o nell’altro, camminerà sempre al mio fianco. Ora da un’altra posizione, ma con la stessa passione.
Perché se c’è una cosa che ho imparato è questa: non sappiamo mai quando sarà l’ultima volta che faremo ciò che amiamo. Ed è per questo che bisogna vivere tutto con intensità. Con il cuore. Con gratitudine.

Grazie, calcio, per tutto ciò che mi hai dato, per tutto ciò che mi hai insegnato e per ogni momento che mi hai regalato.

 

 

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