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Monza-Lecce, terminata sul punteggio di 0-1, è andata in archivio. Il calendario di B, particolarmente ricco di impegni in queste settimane, non lascia spazio a molte discussioni, poiché dopo tre giorni si torna subito in campo.

I giallorossi domani affronteranno l'Ascoli e proveranno a confermare quanto di buono fatto in quel dell'U-Power Stadium, sbancato la scorsa domenica grazie alla rete dal dischetto del capocannoniere Massimo Coda.

Un rigore tanto palese quanto discusso. 

L'intervento del giudice di gara non è sceso affatto in Brianza, nonostante gli uomini di mister Baroni nella sfida ad alta quota non abbiano rubato nulla, anzi…

“Mi risulta difficile commentare l'episodio”. Sono queste le parole utilizzate dal tecnico Stroppa nel post-gara.

L'allenatore del Monza non ha voluto prendere posizione, a differenza della stampa locale e nazionale, che già in conferenza stampa ha cercato più volte di punzecchiare il mister del Lecce.

La dinamica è nota a tutti: Helgason, con un inserimento sulla trequarti, coglie di sorpresa la difesa avversaria e Paletta, ultimo uomo, per evitare l'1vs1 dell'islandese con l'estremo difensore, lo strattona fino a gettarlo a terra.

La trattenuta dell'ex Milan inizia fuori area per poi concretizzarsi dentro gli 11 metri; è proprio ciò che recriminano a Monza.

Sapete cosa significa? Assolutamente nulla.

Potete vedere in sovrimpressione la disciplina AIA in merito all'episodio in questione:

“Se un difendente inizia a trattenere un attaccante fuori dall'area di rigore e prosegue a trattenerlo all'interno di questa, l'arbitro deve assegnare un calcio di rigore.”

L'arbitro Doveri ha rispettato perfettamente il regolamento a riguardo, quindi le discussioni lasciano il tempo che trovano.

Il “regolamento del giuoco del calcio” è facilmente reperibile attraverso una semplice ricerca on-line e, tra l'altro, disciplina anche la gestione dei cartellini in merito alla dinamica che stiamo analizzando.

Ecco cosa afferma trattando il tema della “chiara occasione da gol”, situazione in cui si trovava il Lecce, poiché Helgason aveva davanti a sé solo il portiere Di Gregorio.

Se il calciatore avversario commette un'infrazione negando un'evidente opportunità di segnare attraverso trattenute, il calciatore colpevole dovrà essere espulso. Semmai a recriminare qualcosa dovrebbero essere i giallorossi allora, poiché un'espulsione di Paletta avrebbe di sicuro indirizzato la partita.

Per fortuna, nonostante diverse avversità, il Lecce ha trovato la via dei tre punti su un campo ostico.

Guardando al prossimo match, non è potuta passare inosservata la nuova designazione AIA. In un momento in cui probabilmente sarebbe stato giusto spegnere un incendio, lo si è alimentato, affidando il fischietto di Lecce-Ascoli al signor Abisso. Il direttore di gara di Palermo non può essere considerato uno qualsiasi se accostato al club salentino.

Lasciando perdere il bilancio dei precedenti (5 sconfitte su 5) che lascia il tempo che trova, è difficile togliere dalla testa del tifoso alcuni episodi controversi.

Uno su tutti l'incredibile arbitraggio di un Frosinone-Lecce 3-1, gara risalente alla stagione 2013-14 e fondamentale nella lotta alla promozione, in cui ai padroni di casa venne assegnato un rigore difficile da commentare, in quanto l'infrazione avvenne decisamente fuori area. O forse non avvenne proprio.

Un episodio talmente plateale che gli allora proprietari della società di Via Colonnello Costadura chiesero formalmente a Procura Federale ed AIA di non essere più arbitrari dal fischietto in questione.

Richiesta accolta temporaneamente, precisamente fino alla stagione 2019-20, in cui Abisso venne designato per ben tre volte.

Il campionato di Serie B è nel vivo ed ogni punto inizia a pesare; in questo momento della stagione tutto ciò che concerne la terna arbitrale dovrebbe passare in secondo piano, ma inevitabilmente si prende la scena.

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