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Il clamore mediatico destato da un servizio de “Le Iene” in cui un arbitro di Serie A ha riportato quelle che per lui sarebbero delle gravi anomalie nel sistema arbitrale in Italia, l’AIA (l’associazione arbitri), ha parlato di accuse inaccettabili e illazioni in forma anonima e Gianluca Rocchi, designatore, ha convocato tutta la sua squadra di arbitri e assistenti per una riunione.

Cosa accadrà questa sera? 

Questa sera la trasmissione televisiva “Le Iene” tornerà sul tema con delle novità: l’arbitro anonimo parla di nuovo aggiungendo altri dettagli e un resoconto della riunione organizzata da Rocchi. 

Queste le dichiarazioni della “talpa”, riportate da Calcio & Finanza:

Colleghi? Ce ne sono tanti che hanno espresso la loro solidarietà nei confronti dell’arbitro anonimo e hanno condiviso i contenuti espressi nel servizio. Rocchi il giorno dopo il servizio ha convocato una riunione con tutti i componenti della Commissione Arbitri nazionale per le ore 19, eravamo all’incirca 160, tutti collegati via zoom»

Nell’occasione sembrava provato per il servizio andato in onda, l’ennesimo attacco che viene fatto agli arbitri dall’esterno. Ci ha invitato a non farci coinvolgere emotivamente, e ad andare in campo mettendoci gli attributi e dimostrando il nostro valore. Per il resto lui dice che è solo una messa in scena, una roba mediatica per attaccare la sua persona e gli arbitri. Ma ha detto anche che, nel caso la talpa dovesse davvero esistere, prima della fine della stagione andrà da lui, chiederà scusa e dirà che ha fatto una c***ata.

Le confessioni dell'arbitro talpa 

Il fischietto in ogni caso non vuole esporsi ed, anzi, ha il desiderio di rimanere anonimo:

Ci sono state tante situazioni che purtroppo non vengono portate alla luce. Se mi esponessi so a cosa andrei incontro: alla radiazione. Aver parlato anche anonimamente è già tanto, per cercare di far emergere i problemi che abbiamo all’interno di questo ambiente. Tutti hanno ben chiaro che se ci avessi messo la faccia avrei già terminato mio percorso in Serie A.

La sera precedente al servizio delle Iene c’è stata la finale di Supercoppa italiana Inter-Napoli, e tra vari episodi c’è stata un’espulsione dovuta a una doppia ammonizione del giocatore del Napoli, Simeone. La prima ammonizione che lo riguarda è stata chiaramente un errore, in quanto il fallo del giocatore del Napoli è stato un semplice fallo, che invece l’arbitro ha ritenuto di sanzionare con un cartellino giallo, a mio parere ingiustificato visto il tipo di azione e d’intervento per nulla pericoloso. L’ammonizione era del tutto fuori luogo.

Ad oggi non abbiamo avuto alcun chiarimento in merito ai dubbi sollevati sulle partite Sassuolo-Lazio e Juventus-Roma. A mio parere, sarebbe opportuno che il responsabile della Commissione Arbitri Nazionale desse delle spiegazioni in merito. Anche perché ci servirebbe per motivi didattici e per sapere con certezza come ci si deve comportare in futuro in casi analoghi.

Gravina con il presidente Sticchi Damiani

La risposta di Gravina

Nel frattempo, sul tema arbitri e tutte le vicende che stanno riguardando i fischietti italiani, è intervenuto Gabriele Gravina, con alcune dichiarazioni riportate direttamente dal sito della FIGC:

C’è un dato che si proietta a livello internazionale: togliendo l’ultima giornata sono state giocate 206 partite di Serie A, con 1076 check da Var: di questi sono stati rilevati 91 errori, di cui 82 sono stati corretti. Andando sulle percentuali, se non ci fosse stato il Var avremmo avuto l’8,49 di percentuale di errore, di fatto è stato ridotto allo 0,84%, un dato ulteriormente sceso rispetto allo 0,89% dell’ultimo anno. Si vede che c’è una contrazione di errori e una grande qualità dei nostri arbitri. Gli arbitri italiani, Var e Avar, a livello internazionale sono i più utilizzati in assoluto nelle competizioni internazionali, il 15% rispetto all’11% della Premier League e al 3-4% di altre federazioni. Abbiamo il coordinatore degli arbitri a livello FIFA che è italiano, così come quelli di UEFA e CONCACAF. Diverse leghe e federazioni ci chiamano per avere i nostri arbitri nelle partite più importanti, ma in Italia non si riesce ancora a comprenderne la qualità

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